Strawberry Scent

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    Titolo: Strawberry Scent

    1 # Bambini, Halloween non è una persona!

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: Pg

    Avvertenze: yaoi, Au

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    1 # Bambini, Halloween non è una persona!

    Quel posto trasudava Halloween da ogni parte.
    In ogni angolo finte ragnatele si contorcevano ad avvolgere altrettanti finti ragni. La loro presenza garantiva ad almeno i tre quarti delle persone presenti nella scuola dei fili bianchi tra i capelli o sui vestiti.
    Halloween si manifestava anche sottoforma di zucche spaventose che erano illuminate da candele ad alto pericolo di incendio. Tra quelle che erano già state completate tre avevano preso fuoco, mentre cinque hanno iniziato a sputare un sospetto fumo nero che aveva costretto l'evaquazione dell'ultimo piano.
    I festoni, per quanto potessero essere carini, erano carichi di pipistrelli così ben realizzati che avrebbero potuto prendere il posto di quelli veri se avessero iniziato a muovere le ali.
    Poi Halloween aveva anche preso possesso della mensa. Le vecchie brodaglie erano state sostituite con delle cose che non si potevano chiamare cibo, ma che agli occhi apparivano come mirabolanti imprese di alta cucina, deliziose agli occhi e non tanto al palato.
    Inoltre, se si cercava anche non troppo bene, ogni tanto si potevano incontrare delle strane sostanze dai colori disgustosi quanto la loro consistenza: delle protuberanze viscide e umidicce che costringevano molti ad esibirsi in grandiosi salti in lungo o in maratone labirintiche. Oppure a isteriche corse. Perchè non è molto piacevole sentirsi carezzare all'improvviso da un grosso tentacolo sbavante.
    Fu in quel modo che Nero si accorse che Halloween aveva contagiato i suoi compagni di scuola fino a dei livelli che sfioravano l'assurdo.
    Dopo uno scatto in avanti, che gli era costato il rovesciarsi addosso la cioccolata bollente, alzò la testa per vedere una gelatina poco invitante che tremolava soddisfatta.
    Con una macchia sulla camicia immacolata e il collo ricoperto da una gelida sostanza viscosa, Nero aggiunse sulla sua lista due motivi in più per detestare Halloween.

    Annoda, lega, tira.
    Annoda, lega, tira.
    Annoda, lega, tira.
    Fiocchi.
    Dei fiocchi rosso scarlatto.
    Vaporosi e soffici.
    Era un'unione bizzarra per una decorazione di Halloween.
    Ma non per quell'Halloween.
    Sette stanze erano state predisposte per accogliere i sette peccati capitali. Il tutto raggruppato nel seminterrato.
    Il seminterrato della scuola era un luogo angusto e buio per 363 giorni, 364 negli anni bisestili. Però quando Halloween iniziava a far sentire la sua presenza quel luogo veniva immediatamente ripescato dal cassetto dei ricordi e diventava l'Inferno scolastico simil locale a luci di tutti i colori.
    A ruota seguivano il Purgatorio e il Paradiso, sempre contaminati da Halloween.
    Dal Purgatorio partiva il labirinto del terrore che terminava con un più docile Paradiso fornito di un cimitero fai-da-te adatto per i più macabri racconti horror-splatter.
    L'ultima cosa che Nero immaginava ci fosse in un ipotetico Paradiso era il sangue.
    Tuttavia lui era soltanto un umile reggi-il-cesto-pieno-di-fiocchi-scarlatti e la sua opinione contava così tanto che non gli era nemmeno permesso contestare il modo -sbagliato- in cui le cinguettanti ragazze stavano dando vita alle loro creazioni.
    Insomma, il suo compito principale era cercare di non piombare in uno stato semi-comatoso e lasciar così cadere quel prezioso cesto.
    - Come stiamo andando qui? -
    Halloween in quel momento si manifestò a Nero sottoforma di una diabolica donna bionda.
    Trish era una donna, una professoressa e niente di meno che l'ideatrice di quell'Inferno.
    Come uno spirito in agguato nell'ombra si aggirava tra gli studenti silenziosa e qualche mezzo infarto ci scappava se qualcosa non andava troppo bene per i suoi standard.
    Nero si permise di girarsi e di farsi sfuggire il cesto dalle mani dallo spavento.
    Trish lo osservò divertita.
    - Sai, dovresti nascondere quella macchia con qualche indumento. -

    - Nascondere una macchia con un indumento significa mettersi una giacca... o una felpa... -
    Nero spiegò il concetto a Kyrie con poche e chiare parole.
    Solitamente sua sorella Kyrie era una persona della quale poteva fidarsi, con cui poteva confidarsi e della quale aveva la massima fiducia.
    La storia però era completamente diversa se quella stessa persona era stata posseduta da Halloween e girava con in mano ago, filo e stoffa per vestire inutili burattini di legno.
    - Dai Nero! Ho quasi finito. -
    Nero, quindici anni, un ragazzo tutto sommato tranquillo che i guai non andava mai a cercarli ebbe la certezza assoluta in quel preciso momento, mentre era in equilibrio precario su uno sgabello, che Halloween ce l'avesse con lui.
    Altrimenti non starebbe indossando uno strano abito con molti fronzoli che non erano fiocchi ma che lui decise di chiamare così. E non starebbe cercando di non pensare che in fondo, anche se quell'abito era una lunga tunica, non era assolutamente un vestito da donna.
    Inoltre non avrebbe un ago conficcato casualmente nella sua gamba e non starebbe ruzzolando giù dallo sgabello per ritrovarsi disteso a terra e imprigionato in un mare di stoffa marroncina.
    Kyrie immediatamente cercò di liberarlo, ma la sua evidente emotività, mista al senso di colpa, fece si che per Nero fu quasi impossibile muoversi e respirare.
    Però respirare era una cosa secondaria.
    Quanto poteva resistere una persona senza respirare?
    Un minuto?
    Trenta secondi?
    Dieci?
    Cinque?
    Bè, lui non era mai stato un campione di apnea.
    A salvarlo fu un rumore di stoffa straccia.
    - Oh professore... -
    La voce mortificata di sua sorella fu schiacciata da ansiti vari intervallati da colpi di tosse.
    Nero si prese la briga di ritrovare il fiato perso prima di guardare quale dei tanti professori lo avesse salvato dall'asfissia.
    Ci mise qualche istante a formulare ciò che era appena accaduto, addizionarlo a passate esperienze e moltiplicandolo per l'imbarazzante situazione.
    Il suo professore di storia antica allungò un braccio verso di lui e colse dai suoi capelli un rosso fiocco svolazzante.
    Lo guardò attentamente prima di posarlo di nuovo sulla sua testa, sistemandolo inoltre in modo che gli ricadesse leggermente sul lato destro.
    - Oh-oh! Hai dei gusti raffinati ragazzino! -
    La sua espressione beffarda e il ghigno sulle sue labbra diedero ad Halloween un altro notevole vantaggio su Nero.
    Il suddetto prese il fiocco e lo scaraventò verso la schiena del professore. Il misero pezzo di stoffa non coprì nemmeno la metà del percorso.
    - Mettici più forza! -
    Ed ecco l'ultima apparizione della giornata di Halloween: Dante che si esibisce in un tipico saluto cool in allontanamento.

    About Strawberry Scent

    Bene. Ho reso Nero un ragazzo sfigato e psicolabile che da ad Halloween la colpa di ogni cosa che gli accade... Splendido. Davvero splendido.... *ride*

    Titolo: Strawberry Scent

    2 # Se storia antica fosse una materia facoltativa non la sceglierebbe nessuno

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: R

    Avvertenze: yaoi, Au

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    2 # Se storia antica fosse una materia facoltativa non la sceglierebbe nessuno

    - Allora? Come ti sembra? -
    - Carino... ma un gatto per Halloween va bene? -
    - E' un lupo. Un lupo mannaro. -
    Nero riuscì a vedere nello specchio il dolce sorriso di Kyrie e non riuscì a rivelarle che i lupi mannari incutevano timore. E in quel momento tra lui e un orsacchiotto di pezza non avrebbe saputo dire chi avrebbe fatto meno paura.
    Kyrie girò attorno al fratello, esaminandolo con aria critica, quindi si fermò davanti a lui battendo una volta le mani.
    - Sei carino! -
    L'annuncio non rese Nero per nulla felice.
    Lui non voleva essere carino. Gli sarebbe piaciuto che qualcuno gli avesse detto che era bello, non carino!
    Bello era un aggettivo più mascolino.
    Carino era una condanna che lo perseguitava da quando era bambino.
    Nero era carino. Non bello.
    Avrebbe dovuto aspettare l'età senile per sentire quella benedetta parola associata esclusivamente alla sua persona?
    La coda grigio chiaro che pendeva dalla cintura sembrava rispondere affermativamente.

    Il costume per la festa era riposto nel suo armadio, nell'angolo più nascosto, soffocato da ingombranti giacche invernali.
    Nero non seppe perchè avesse dovuto ricordarsi di quell'insignificante particolare mentre il professore di storia antica metteva piede in classe, o meglio, mentre dava un'ultima e veloce occhiata al capitolo che si era ingiustamente meritato anima e corpo per essere studiato.
    Il libro di storia antica era un volume abbastanza pesante da portare il rischio di incurvamento schiena dei minori a livelli critici.
    Questo era uno dei motivi per cui il professor Dante non lo portava mai. E dato che non lo portava mai aveva una scusante per non fare lezione almeno quattro volte a settimana.
    Tuttavia quel giorno sarebbe stato diverso.
    Eh sì.
    Nero chiuse il libro con uno scatto secco mentre Dante prendeva posto sulla sedia e usava la cattedra come poggiapiedi.
    L'uomo osservò con vago interesse il suo alunno avvicinarglisi con passo deciso.
    - Sì? -
    - Mi deve interrogare. -
    Lo sguardo risoluto di Nero scruto l'uomo quasi con rimprovero.
    Dante guardò prima il suo alunno, quindi una rivista, decisamente non consona alla sua materia a giudicare dalla donna quasi nuda in copertina.
    Improvvisamente si alzò e battè una mano sulla cattedra.
    - Ok ragazzini! - raccolse l'attenzione di ogni singolo allievo presente nell'aula - Oggi faremo una lezione sul campo! -
    Quella semplice frase sollevò un mormorio decisamente curioso.
    Nero inarcò un sopracciglio.
    - Quindi? -
    Il professore sorrise e portò una mano sul fianco, mentre con l'altra iniziò a gesticolare accompagnando le proprie parole.
    - Studieremo le origini di Halloween aiutando le altre classi a preparare questa stramaledetta festa! -

    - Ad Halloween non annodavano fiocchi! -
    Nero scandì perfettamente quelle parole mentre osservava il professore, o meglio, i capelli del professore che svettavano sopra alla rivista che copriva il suo viso.
    Attese qualche istante prima di riprendere l'attacco verbale.
    - Professore, tutti si aspettano più serietà da parte sua! -
    Dante si permise di abbassare leggermente la rivista per guardare il suo allievo più rompiscatole.
    - Girati e guarda i tuoi compagni. - indicò il resto della classe.
    Ognuno di loro aveva sul viso un'espressione felice e nessuno, proprio nessuno, riusciva a concepire l'idea di tornare in classe e studiare seriamente le origini di ciò che rappresentavano quelle stramaledette decorazioni.
    - Convincili a tornare e farò lezione a modo tuo. -
    Nero ebbe uno scatto nervoso e strinse le mani a pugno.
    - E' lei che dovrebbe convincerli! Non io! -
    Dante sbuffò. Era per metà divertito e per metà seccato da quel bamboccio. Se esisteva un ragazzino che detestava fare lezione con festoni e luci, perchè era toccato proprio a lui?
    - Senti ragazzino... - l'uomo provocò nel suo alunno una smorfia di disappunto nel sentirsi chiamare a quel modo - ...storia antica è una materia facoltativa, che non incide sul voto di fine anno... quindi cosa ne diresti di girare i tacchi e di andare a fare quello che fanno gli adolescenti quando non fanno lezione? -
    Nero sembrò essere sul punto di ribattere, ma si limitò a dare la schiena al suo professore e a tornare in classe, l'enorme libro alla mano.
    La sua uscita dalla palestra segnò l'avvicinamento silenzioso di Trish alle spalle di Dante.
    Con un sorriso enigmatico si sedette accanto a lui.
    - La tua materia non è facoltativa. - gli rivelò.
    L'uomo abbassò la rivista per la seconda e guardò la donna.
    - Davvero? - nonostante il tono sorpreso fece spallucce e riprese la lettura, accavallando le gambe l'una sull'altra - Allora a scuola qualche cosa si impara. -

    - Bene ragazzi! -
    Dante osservò l'enorme libro aperto a caso davanti a lui.
    - Ieri ho scoperto che la mia materia non è facoltativa... inoltre il preside mi ha gentilmente illuminato dicendomi che sono il vostro coordinatore di classe... -
    Stava pronunciando troppe parole. Sguardi preoccupati volarono nell'aula, mentre tutti gli animi si univano in un solo sentimento: il timore di dover studiare storia antica.
    Il professore portò le mani sui fianchi e i primi dieci minuti di lezione passarono vedendo lui impegnato a capire da quale punto si dovesse iniziare.
    Improvvisamente richiuse il tomo.
    - La celebrazione di Halloween... - iniziò con tono serio.
    ... ha origini pagane. pensò Nero mentre prendeva la pagina giusta sul libro, matita alla mano pronta per prendere appunti.
    - ... ha origini misteriose... -
    La civiltà celtica festeggiava il 1 novembre l'inizio dell'anno nuovo.
    - ... e non si sa precisamente per quale motivo venisse festeggiata. -
    Quella data era il punto di passaggio dalla "stagione calda" alla "stagione fredda".
    - E' noto però che soltanto durante quella notte i demoni riuscissero a varcare i confini del loro mondo. -
    I Celti chiamavano la celebrazione più importante del loro calendario Notte di Samhain...
    - In un tempo non ben definito il Dio delle Tenebre venne confinato dal Dio della Luce. -
    Nelle leggende celtiche Samhain è il Dio delle Tenebre, un evidente riferimento al periodo invernale di buio.
    - Tuttavia sembrava che il sigillo imposto sul demone avesse una falla di una notte. Quindi i festeggiamenti comprendevano qualche sacrificio umano per il bene comune. -
    Dante diede un'occhiata all'ora. Era riuscito in meno di venti minuti a fare una lezione decente per i suoi standard.
    - Bene, come coordinatore di classe vi coordinerò per preparare al meglio questa festa e impedire che qualcuno venga mangiato. -
    Tra l'ilarità generale la matita di Nero si spezzò in due tra le sue mani e la sua compagna di banco lo guardò spaventata.

    - Tu non c'entri niente con i preparativi. -
    - Io non c'entro niente con la scuola. -
    - Sei un professore responsabile di classe. -
    - Io sono una persona profondamente irresponsabile. -
    Passò qualch minuto di silenzio.
    - Sai... ho l'impressione che ti odi. -
    Trish indicò Nero, seduto su una sedia mentre esternava tramite il volto tutto il suo disappunto per quel modo di concludere la lezione su Halloween. E soprattutto mentre teneva tra le mani un lenzuolo ricoperto di dubbie macchie rosse.
    - E' l'adolescenza. Imparerà ad amarmi. - la liquidò Dante mentre un'occhiata omicida non lo raggiungeva, scontrandosi con la copertina della rivista.

    About Strawberry Scent

    Questi capitoli sembrano più delle brevi doujinshi. Non riesco a farli più lunghi... Le informazioni su Halloween in corsivo le ho tratte da qui --> "https://digilander.libero.it/emina68/HalloweenS...; Quello che dice Dante me lo sono inventato di sana pianta.

    Titolo: Strawberry Scent

    3 # Alle feste mangia, bevi e divertiti! Il giorno dopo nessuno ricorderà cos'è successo! -molto probabilmente-

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: R

    Avvertenze: yaoi, Au

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    3 # Alle feste mangia, bevi e divertiti! Il giorno dopo nessuno ricorderà cos'è successo! -molto probabilmente-

    Tic tac.
    Tic tac.
    Tock.
    Quel tock era il semplice rumore della penna che cadeva sulla scrivania.
    Nero la raccolse tra le dita e i suoi occhi azzurri saettarono di nuovo sull'orologio appeso in alto accanto alla porta.
    Tic tac.
    Tic tac.
    Le lancette dell'orologio camminavano inesorabili, infischiandosene del suo proibito desiderio che il tempo rallentasse, anche di poco.
    Tuttavia più quell'incubo sarebbe stato posticipato e più quel grumo di fastidiose sensazioni che gli bruciavano lo stomaco sarebbe cresciuto.
    Strinse tra le dita la tazza di caffè ancora calda e ingurgitò in un sol sorso quel che rimaneva dell'amaro liquido scuro.
    Nonostante più volte quel metodo lo avesse aiutato a rilassarsi, perchè era l'unico essere vivente che si sentiva rilassato con il caffè, in quel momento il suo stomaco gorgogliò, soddisfatto di procurargli un perfetto senso di disperazione.

    Nero osservò una vecchia foto.
    Lui e Kyrie reggevano assieme un cesto pieno di dolci, troppo pesante anche retto da entrambi.
    Il costume era lo stesso, solo riadattato alla sua statura -e per fortuna almeno in altezza stava crescendo bene-
    Toccò con la mano la pelliccia che ricopriva la maglietta a maniche corte interamente ricoperta da un morbido strato di pelo sintetico.
    Ancora era un mistero per lui come Kyrie fosse riuscita non solo a procurarsi tutte le stoffe necessarie, ma anche a metterle assieme in breve tempo per confezionargli un bel costume.
    Bello, certo.
    Ma come dire...
    Le orecchie e la coda erano già ambigue di loro.
    Ma i pantaloni corti non li aveva mai sopportati.
    E tanto meno le maglie e -rabbrividì- le calze a righe.
    Rosse e blu.
    Tuttavia un buon motivo per andare a scuola conciato in quel modo ce l'aveva.
    - Sei davvero molto carino! -
    Kyrie gli sbucò alle spalle, seguita dal fruscio del suo lungo abito bianco.
    Nero ci mise qualche secondo, durante il quale constatava che sua sorella era molto più attraente con i capelli sciolti, per elaborare la frase.
    - Grazie... - distolse lo sguardo da lei leggermente imbarazzato, facendola sorridere.
    Non poteva sembrare carino a sedici anni!

    Halloween si era manifestato nella sua pienezza.
    La musica aleggiava nei dintorni della scuola, disponendosi come un'invisibile ragnatela che catturava gli studenti, attirandoli nel suo perverso labirinto.
    Nero osservò i fiocchi che per tanti giorni aveva retto in braccio. E rischiò seriamente di girare i tacchi e andarsene.
    I fiocchi non esistevano più, al loro posto c'erano degli inutili nastri sparsi ovunque.
    E Nero non capiva il perchè!
    - Belli vero? -
    Al posto della crisi di nervi Halloween gli donò un mezzo infarto.
    Una mano guantata gli girò il viso forzatamente e un paio di occhi cerulei lo fissarono.
    - I fiocchi erano troppo ordinati per rappresentare il vortice della lussuria. -
    Una donna che Nero non conosceva ancheggiò nel superarlo, quindi posò il piede destro su una sedia per sistemare lo stivale.
    Il ragazzo abbassò leggermente lo sguardo, dando una veloce occhiata alla coscia snella che si tendeva.
    La sconosciuta sorrise.
    - Sei ancora più carino con queste. -
    Sfiorò con la mano le orecchie grigie e Nero ricevette un doppio schiaffio al suo orgoglio, per il gesto e per le parole. E lo schiaffo divenne triplo quando si accorse di essere accaldato al solo piccolo sguardo che gli era sfuggito, senza volerlo, sul prosperoso e quasi scoperto seno della donna.
    - Non mi riconosci? - allargò leggermente le braccia e fece l'occhiolino - I dress to impress! -

    Nero era seduto su di una sedia, in mano reggeva un bicchiere pieno di un liquido che le sue papille gustative si rifiutavano di capire cosa fosse.
    In meno di cinque minuti i suoi ormoni si erano risvegliati nel contemplare il corpo provocante e ben esposto agli sguardi -che fossero indiscreti o meno- della professoressa Trish.
    La frase gli risuonava ancora nella testa mentre davanti agli occhi aveva alternativamente o il suo seno, che gli aveva quasi messo in faccia per accarezzargli le orecchie finte, o la pelle tesa della sua coscia, che terminava accanto ad una sottile striscia che doveva coprire le sue zone intime.
    Almeno una decina di studenti che lo avevano notato, tra ragazzi e ragazze, trovarono strano come fissasse inebetito -e ornato di bocca schiusa e guance rosse- un punto particolarmente poco attraente delle decorazioni.
    Improvvisamente qualcuno si lanciò pesantemente sulla sedia accanto a lui.
    Il professore di storia antica allargò le gambe in un modo poco consono mentre appoggiava i gomiti sul tavolo dietro di lui.
    Osservò gli studenti volteggiare sotto cupi simboli, il suo piede batteva a ritmo di musica.
    Quando si accorse di Nero erano già passate tre canzoni e la quarta era a metà.
    - Yo, ragazzino! - lo salutò muovendo in uno scatto indice e medio.
    Nero non potè fare a meno di rincuorarsi, almeno il suo travestimento non era il peggiore! Meglio lupo mannaro -rabbrividì- carino, piuttosto che cowboy!
    - Allora... tu cosa saresti? - si toccò il mento perplesso - Un licantropo o un cagnolino? -
    Il ragazzo assottigliò lo sguardo.
    - Almeno non sono un cowboy. - borbottò di rimando.
    Dante prese quell'affermazione come un insulto, ma dalla bocca gli sfuggì una mezza risata.
    - Ehi! Sono un cacciatore di demoni! -
    L'importante era crederci...

    Dopo solo mezz'ora Nero e Kyrie erano all'esterno a vegliare sul professore. Seduto accanto ad un albero completamente spoglio l'uomo si era accomodato come se avesse avuto l'intenzione di schiacciare un pisolino all'aperto.
    - Ti ringrazio di averlo intrattenuto. Aveva già bevuto molto però mi è sfuggito... -
    - A me sembrava sobrio. - commentò Nero.
    In effetti non si era accorto della sbronza di Dante, almeno fino a che Kyrie non l'aveva raggiunto, fatto alzare con la forza e di conseguenza fatto cadere, poichè non riusciva a reggersi sulle proprie gambe.
    La ragazza si inginocchiò accanto al professore.
    - Come sta? - domandò apprensiva.
    Il professore agitò una mano e si comportò come se niente fosse.
    - Non preoccuparti ragazzina. Alla tua età dovresti correre dietro ai ragazzi e non agli uomini attraenti. -
    Nero sbuffò.
    - E quali uomini attraenti offre la nostra scuola? - chiese scettico.
    In pochi secondi i due allievi scoprirono che finchè rimaneva seduto l'uomo non subiva gli effetti collaterali dell'alcool -che aveva oltretutto ingurgitato in quantità industriali a seguito di una sfida lanciata e persa dal professor Agnus-
    Infatti dopo la provocazione non velata di Nero, Dante si alzò in piedi e girò su sè stesso con le braccia aperte.
    - Sono io. - rispose portando entrambe le mani sul cuore per poi esibirsi in un inchino che per poco non gli fece perdere l'equilibrio.
    Nero scoprì che la sua spina dorsale poteva lamentarsi mentre veniva quasi schiacciato dal professore che lo aveva scelto come appiglio.
    - Adesso vado a... -
    Kyrie venne zittita da un gesto del fratello.
    - Non preoccuparti, qui ci penso io. - mormorò mentre Dante scuoteva la testa come per darsi una svegliata.
    - Ma... -
    - Ci tieni molto a questa festa. In parte l'hai organizzata tu, non puoi perderla! -

    - Bene ragazzino, puoi andare. -
    Dante portò le mani dietro alla testa e chiuse gli occhi. Non udendo alcun passo allontanarsi sollevò una palpebra.
    - Hai già fatto la tua bella figura con lei, puoi andare a divertirti. -
    Nero lo guardò sospettoso.
    - Non l'ho fatto per fare bella figura con lei. -
    La sua irritazione crebbe quando il professore sogghignò divertito.
    - Andiamo ragazzino, nonostante la tua faccia carina... - Nero ringhiò - ...sei un maschio e lei è una femmina... - lasciò sfumare la sua voce nel vago.
    - Di cosa sta parlando? - sbottò con le guance leggermente rosse.
    Dante sospiro leggermente irritato da quella sua falsa ingenuità.

    Nero era convinto che il professore, dopo essersi girato ogni bottiglia clandestina presente nella scuola, portasse con sè un pesante odore di alcool.
    Invece no.
    Il suo naso fu solleticato da un lieve e dolce profumo di fragola.
    Lo stesso che sentiva sulle sue labbra. E sulla lingua del professore dentro la sua bocca.
    Quando si staccarono il profumo svanì immediatamente.
    - Sto parlando di questo, che dovresti fare a lei se ne avessi il coraggio. -

    About Strawberry Scent

    Conversazione su msn tra me e una mia amica.

    Io - Ehi! Chi non muore si riscrive!
    Lei - Sicura che io sia davvero viva?
    *divagheggiamento su Resident Evil e Leon come uke Capcom -argomento introdotto da me ù.ù-*
    Io - Sai che sto scrivendo una fic su Devil May Cry?
    Lei - Davvero?! Yaoi?
    Io - No etero.
    Lei - =.=
    Io - Scherzo XD
    Lei - Lo so.
    Io - Vuoi leggere?
    Lei - Ovvio ù.ù
    Io - Ok, adesso ti mando i primi due capitoli.
    *Dopo cinque minuti*
    Lei - Nero che sclera per Halloween è troppo forte, mentre Dante è un gran figo ù.ù
    Io - Direi che non ti piace XD
    Lei - A me? Noooooo!!! Cmq...
    Io - Spara! *bang* XDDD
    Lei - =.=
    Io - Non ti è piaciuta?
    Lei - =.= cmq, non è che li fai scopare al cinquantesimo capitolo come tuo solito?
    Io - Ma no, già nel prossimo capitolo si baciano!
    Lei - E chissene del bacio! Li voglio vedere in calore!
    Io - Dante è in calore già di suo.
    Lei - >.> Non fare la furba con me.
    Io - Ok, mia signora li farò scopare il prima possibile U_U
    Lei - Brava, vedi che ci intendiamo?
    Io - Solo una cosa.
    Lei - Cioè?
    Io - Nero uke o seme?
    Lei - ....=.= *faccina che ammazza armò*
    Io - *armò is dead*

    Titolo: Strawberry Scent

    4 # Nel 90% dei casi gli occhi neri hanno un significato ben preciso. Restante 10% iniziate a preoccuparvi!

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: R

    Avvertenze: yaoi, Au

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    4 # Nel 90% dei casi gli occhi neri hanno un significato ben preciso. Restante 10% iniziate a preoccuparvi!

    - Quindi non hai assolutamente idea di come te lo sei procurato. -
    Trish passò ancora una volta la spugnetta attorno l'occhio di Dante.
    Quindi si allontanò ammirando il suo lavoro.
    - No. -
    Dante vide una propria mano venire schiaffeggiata mentre accennava a sfiorare la palpebra.
    - Ehi! Sto controllando come vanno le cose! -
    - Andranno benissimo se non lo tocchi. -
    Dello Strawberry Sundae restavano solo delle tracce di panna e lei non aveva ancora toccato il suo caffè.
    Quando portò la tazza alle labbra lo trovò disgustosamente intiepidito.
    - Allora... - la ceramica tintinnò sul piattino - ...cosa ricordi esattamente? -
    Dante incrociò le mani dietro alla testa, dando a Trish l'aria di non voler collaborare.
    - Te l'ho detto, cose vaghe. Poi mi sono ritrovato fuori con un occhio dolorante. -
    - Altro? -
    La donna si fece coraggio e prese un piccolo sorso di caffè mentre il suo collega alzava le spalle.
    - Bè, ho baciato un mio studente, ma questo non è importan... -
    Dante fu fortunato che il caffè si fosse intiepidito e che di conseguenza il sorso fosse stato piccolo. Perchè la bevanda aveva compiuto una parabola dalla bocca di Trish alla sua giacca.
    - ...te. - osservò la macchia con calma - Insomma, chi non vorrebbe baciare me!? -

    Nero si era lavato furiosamente la bocca appena sveglio, quindi poco prima di andare a scuola e aveva rischiato di arrivare in ritardo.
    In classe ogni tanto passava il dorso della mano sulla bocca e il suo viso si contraeva in un'espressione disgustata.
    Delle cinque ore che doveva passare rinchiuso in classe, le prime quattro passarono fin troppo velocemente. L'ultima lo stava salutando con la mano, un sorriso dolce e falso rivolto a lui.
    Avrebbe potuto simulare un malore.
    Se solo non fosse stato così stupidamente poco propenso alle bugie.
    Avrebbe potuto uscire prima.
    Se solo non fosse stato così ligio al dovere.
    Avrebbe, avrebbe e ancora avrebbe.
    Non poteva più usare quell'avrebbe.
    Non dopo che il professore era entrato in classe. E si era seduto sulla sedia. E come al solito aveva iniziato a leggere una rivista, lasciando la classe a sè stessa.
    Per un'intera ora Nero, invece di dedicarsi a qualcosa di costruttivo, come studiare, posò il mento su un libro e guardò in cagnesco la ragazza che gli faceva l'occhiolino dalla copertina.

    Capelli neri.
    Neri.
    Castano chiaro.
    Rossi -un essere umano poteva avere un colore naturale di quella tonalità?-
    Castano scuro.
    Castano scuro.
    Una macchia bionda sbucò in mezzo alle teste che si muovevano sotto di lui, ma non la guardò nemmeno.
    Improvvisamente Dante allungò un braccio e afferrò la cartella del malcapitato Nero, il quale si ritrovò seduto a terra dopo aver cercato di fuggire verso la porta -oltre la quale l'ultima testolina nera si stava dileguando-
    Fu quasi divertente vedere la velocità con la quale il ragazzino si alzò in piedi e cercò di nuovo di prendere la via della fuga.
    Nero venne bloccato dal professore e questa volta si permise di ucciderlo con lo sguardo. Anche se ottenne una semplice espressione perplessa.
    - Bene ragazzino. Penso che io e te dobbiamo parlare. -
    Dante si chinò vagamente minaccioso.

    - Non c'è uno senza due. -
    - Era due senza tre. -
    - Dov'è il tuo terzo occhio? -
    Trish passò la spugnetta con meno cautela rispetto all'ultima volta. Dante se ne accorse quando iniziò a lacrimare dal dolore.
    - Vuoi davvero saperlo? -
    - Non serve. Riuscirò a trovarlo seguendo la macchia nera. -
    Una leggera risata riuscì a far crollare parte dell'autostima di Dante.
    - Come mai questa volta ti ha tirato un pugno? -
    L'uomo alzò le spalle.
    - Non lo so, quel ragazzo ha le idee parecchio confuse! -
    - E un professore parecchio maniaco. - precisò Trish concludendo il suo lavoro - Domani porto anche il rossetto? -
    L'uomo la guardò serio.
    - Nah! Preferisco il lucidalabbra. -

    Nero sistemò i fiori nel vaso.
    Prima tolse le foglie in eccesso, quindi infilò nell'acqua gli steli uno alla volta.
    Il contenitore trasparente venne posto esattamente a metà tra due lapidi.
    E lui si ritrovò di nuovo seduto a terra, le gambe incrociate e lo sguardo fisso su due fotografie.
    31/10
    Quanto odiava quei numeri.
    31/10
    Quanto odiava quella data.
    31/10
    Quanto odiava quel giorno.
    E non pensava a nulla mentre rivedeva quei sorrisi di carta e quei solchi di numeri.
    Niente di niente.
    Non riviveva le immagini dell'incidente.
    Non rivedeva davanti agli occhi i momenti passati con loro.
    Non sentiva le loro voci ronzargli nelle orecchie.
    Non parlava con quegli stupidi rettangolini dove mostravano le loro espressioni felici.
    E soprattutto non si risvegliava di soprassalto con le guance bagnate di lacrime.
    Le sue guance erano soltanto fredde a causa del gelido vento autunnale, nulla di più.
    Il suo corpo tremava perchè la giacca che aveva addosso era troppo leggera.
    Finchè qualcosa di morbido e caldo non gli cadde in testa, avvolgendolo come in un abbraccio.
    Nero scostò la stoffa rossa -che scoprì subito dopo essere quella di una lunga giacca- e alzò la testa.
    - Pro... -
    Venne zittito da una mano premuta sulla sua bocca.
    Il suo professore di storia antica era inginocchiato fin troppo vicino a lui.
    - Sssh... non si urla nei cimiteri. -

    About Strawberry Scent

    Se pensate che Dante sia un travestito solo perchè si è coperto due occhi neri con del fard e perchè molesta i più piccoli verrete colpiti dall'ira del Grande Demone Celeste. Dante non è un travestito! E' una pedina del grande Dio dello Yaoi, Marluxia, got it?!

    Titolo: Strawberry Scent

    5 # Per goderti una festività fino in fondo festeggiala nel giorno sbagliato

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: R

    Avvertenze: yaoi, Au

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    5 # Per goderti una festività fino in fondo festeggiala nel giorno sbagliato

    - Ok, quindi si fa... così? -
    - No. -
    Nero prese in mano il mazzo di fiori e ne scelse uno a caso.
    - Le foglie devi toglierle stelo per stelo. - spiegò pazientemente mentre con la coda dell'occhio notava il suo professore toccarsi il mento nell'annuire.
    Trovò strano come in pochi istanti si era ritrovato da una muta e vuota contemplazione ad una lezione sul modo migliore per sistemare fiori freschi nei vasi.
    Dante aveva letteralmente trascinato il suo studente per un braccio, portandolo di fronte ad un paio di lapidi che recavano una data uguale risalente a parecchi anni prima. Precedenti anche alla nascita di Nero.
    Quindi gli aveva messo in mano i fiori e il vaso e gli aveva semplicemente detto.
    - Mostrami come si fa. -
    E dopo dieci minuti di errori e correzioni, degli splendidi fiori accarezzavano la pietra rozza e intagliata in modo elementare.
    Nero decise che quello era il momento opportuno per svignarsela.
    - Io adesso... ma cosa fa? -
    In sequenza il ragazzo fece le seguenti cose: si tappò la bocca dopo essersi accorto di aver urlato, indietreggiò di un passo mentre il professore allungava le braccia verso di lui, rimase immobile quando le sue mani affondarono nelle tasche della giacca -che oltretutto aveva ancora addosso-
    Quando Dante si allontanò aveva in mano un accendino rosso e un pacchetto dallo strano colore rosato.
    Il tempo che Nero impiegò per riprendersi gli fu sufficiente per prendere una sigaretta, stringerla tra le labbra e fallire nell'accenderla per tre volte prima che la punta iniziò ad ardere.
    - Ma lei fuma? -
    - Quando capita... ciao mamma. -
    - Eh? -
    Nero capì che il suo professore si era rivolto alla tomba solo quando salutò anche un certo "Vergil".
    - Oggi mi ha aiutato lui a sistemare i fiori. -
    Il suo tono non aveva alcuna inclinazione particolare: sembrava che fosse ritornato a casa e stesse raccontando un avvenimento quotidiano.
    - E' un mio allievo. - portò una mano sulla testa e la passò tra i capelli - Pensare che sono diventato un professore suona strano ancora adesso. - la sua voce sfumò mentre della cenere cadeva a terra - Ah, a proposito, l'ho baciato per sbaglio ma, però non pensare male. -
    Nel sentire quella frase Nero sentì di nuovo il profumo dolciastro della fragola impregnargli il naso. Arrossì e lanciò la giacca addosso al professore.
    - Io me ne vado. -
    Dante sospirò mentre la schiena del ragazzino si allontava sempre più.
    - Lo so fratellino... sono sempre il solito. -

    - Perchè mi sta seguendo? -
    Nero si fermò e bruscamente si rivolse ad un vetro abbassato.
    Era fuggito dal cimitero e si era accorto solo dopo aver superato tre incroci che il professore lo stava seguendo -grazie inoltre all'enorme vetrina di un negozio- Oltretutto gli stava dietro con una macchina. Rossa. E orrenda.
    - Mi chiedevo quando te ne saresti accorto. -
    Sul viso c'era un sorriso divertito e questo fece infuriare Nero, che senza accorgersene si ritrovò seduto sul sedile anteriore a provare sulla pelle come fosse stressante rimanere imbottigliati nel traffico.

    - Allora? Non sei ancora pronto? -
    Nero non rispose, impegnato a decidere se quello sulla porta di casa sua era davvero il professore maniaco. Oltretutto vestito con quell'orrendo cappotto che aveva esibito ad Halloween.
    Gli richiuse la porta in faccia e si rintanò in camera sua, per poi essere disturbato da Kyrie qualche minuto dopo.
    La cosa che terrorizzò Nero non fu il vedere sua sorella con il costume di Halloween in mano, ma fu capire che quel costume avrebbe dovuto indossarlo lui!

    - Non dirmi che sei imbarazzato ragazzino! -
    Imbarazzato? Solo perchè andava in giro con un paio di orecchie in testa e una coda che penzolava dalla cintura, accompagnato da un uomo che esibiva uno sgargiante cappotto rosso? Oltretutto mentre ogni singola persona si era già scordata di Halloween, per rivolgere i propri pensieri al Santo Natale.
    - Io con lei non parlo. -
    Nero aveva optato per la nonchalance.
    - Lo hai appena fatto. -
    Avrebbe fatto scivolare via ogni singola parola rivoltagli dal professore.
    - Quello non contava. -
    Non avrebbe badato ai suoi infantili tentativi di stuzzicarlo.
    - Lo hai fatto di nuovo. -
    E soprattutto non si sarebbe infuriato.
    - Ho detto che quello non contava! -
    E non avrebbe perso subito la pazienza.

    - Dolcetto o scherzetto?! -
    La dolce nonnina che aveva aperto la porta si ritrovò di fronte una strana scena: un uomo vestito da Babbo Natale e il suo piccolo aiutante con le orecchiette da elfo messe male sulla testa.
    Sistemò gli occhiali dalle lenti spesse sul naso e sorrise.
    - Gradite del latte con i biscotti? -

    Un signore aveva riso loro in faccia.
    Un bambino, probabilmente impietosito, aveva donato due lecca lecca di dubbia origine.
    Una lunga serie di madri e padri avevano serrato le porte spaventati e li avevano spiati oltre le tende delle finestre mentre andavano via.
    Qualche anima buona aveva donato loro un piccolo pacchetto di caramelle, dei cioccolatini mezzi sciolti e dei dolcetti fatti in casa, i quali sembravano leggermente stantii.
    Infine una coppia di nonnini aveva offerto loro una cena e stavano minacciando di versare due bicchieri di liquore, quando Nero trascinò fuori dalla casa il professore.
    - Allora... questo è disgustoso. -
    - Sono buoni i cioccolatini al caffè. -
    - Se sono al caffè non sono più cioccolatini. -
    - Uff. -
    - Allora prendilo tu. Io prendo questo. -
    - No! Di caramelle gommose così non ne fanno più! -
    - Per questo la devo mangiare io. -
    - Non è giusto! -
    Dante sottrasse la lunga caramella gommosa dalle mani di Nero e sorrise al suo viso imbronciato. - Tsk. - la strappò a metà - Dovresti ringraziarmi per la mia magnaminità. -

    - Halloween non è poi così male. -
    Dopo la caramella gommosa era calato un completo silenzio, riempito soltanto dai lievi fruscii delle carte dorate dei cioccolatini e di quelle colorate delle caramelle.
    Nero quasi si stupì nel sentire la voce del professore.
    - Eh? -
    - A te Halloween non piace. -
    Il ragazzo scartò l'ultimo cioccolatino e lo mise in bocca.
    - Non è un po' stupido perdersi il divertimento solo perchè i tuoi genitori sono morti ad Halloween? -
    - Stia zitto. -
    La sua voce non era arrabbiata, aveva un tono stranamente piatto e calmo.
    Dante alzò le spalle e lanciò lontano il bastoncino del lecca lecca.
    In pochi attimi tra le dita aveva una sottile sigaretta dalla quale un rivolo di fumo si levava in alto ondeggiando.
    Nero sentì pungente il profumo di fragola.
    - Sono quelle sigarette che puzzano così. - mormorò passando l'indice sotto al naso.
    - Ehi ehi! Queste sigarette hanno un profumo magnifico! -
    E cadde di nuovo il silenzio.
    - E' da un po' che non passo un Halloween così divertente. -
    Fu di nuovo Dante ad intervenire.
    - E l'altra sera? -
    - Ragazzino, Halloween è dolcetto o scherzetto. Non una festicciola dove dei minorenni si ubriacano nei bagni. -
    - O i professori si sfidano a chi beve di più. -
    E di nuovo ci fu una pausa di silenzio.
    Nero tentennò leggermente.
    - Da quando...? -
    Dante soffiò fuori dalla bocca l'ultimo respiro di fumo.
    - Da quando cosa? -
    - Non passa un Halloween così divertente... -
    E il ragazzo si stupì nel vedere come il sorriso sul volto del professore non fosse nè ironico nè strafottente, ma stranamente dolce. Soprattutto mentre pronunciava quelle parole.
    - Il mio primo e ultimo Halloween divertente l'ho passato la sera in cui mia madre e mio fratello sono morti. -

    About Strawberry Scent

    Sono abbastanza pazza per andare in giro a fare "Dolcetto o scherzetto?" il 2 di novembre. Se solo trovassi qualcuno pazzo come me... XD A proposito, la fine del capitolo è abbastanza controcorrente rispetto ai precedenti. Ho solo io questa impressione?

    Titolo: Strawberry Scent

    6 # Regola le parole che ti escono dalla bocca o dovrai prenderti le tue responsabilità

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: R

    Avvertenze: yaoi, Au

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    6 # Regola le parole che ti escono dalla bocca o dovrai prenderti le tue responsabilità

    Nero girò la pagina del libro di scienze e si ricordò di non aver capito nulla dei paragrafi precedenti. Quindi ritornò indietro.
    Dopo un'inutile rilettura delle prime dieci righe lanciò il volume III ai piedi del letto e portò le mani dietro alla testa.
    Il professore gli aveva fatto provare il vero spirito di Halloween.
    Il professore aveva sorriso.
    Il professore gli aveva detto che la sua famiglia era morta.
    Madre e fratello scomparsi assieme ad una manciata di dolci.
    E sorrideva mentre raccontava.
    Non un ghigno, non un ironico alzare di labbra.
    Un sorriso.
    Non triste, normale.
    Uno di quelli spontanei, che non puoi controllare.
    Gli aveva raccontato che le caramelle gommose lo avevano salvato, assieme ad una busta logora.
    Un buco sul fondo e lui si era affrettato a tornare indietro per raccattare il suo bottino.
    Un buco sul fondo e lui si era salvato, mentre sua madre e suo fratello si erano accesi come dei fiammiferi.
    Accesi come dei fiammiferi. Aveva usato queste precise parole.
    Nero non aveva resistito e lo aveva insultato.
    In quel momento non si ricordava esattamente cosa avesse detto al professore -la sua mente era ancora offuscata da "Accesi come dei fiammiferi"- ma era arrabbiato, molto. Quindi si trattava di sicuro di qualcosa di brutto e offensivo.
    Chiuse gli occhi e si convinse fermamente che quell'uomo era stupido e ottuso.

    Mattino.
    Dante aveva scoperto che Trish copriva benissimo anche le occhiaie. E aveva scoperto che una donna con una spugnetta per la cipria in mano era aggressiva e pericolosa come un uomo con una pistola.
    Mai contraddirle, mai ritardare nel rispondere alle loro domande, mai parlare quando stanno esponendo le loro verità assolute.
    Quel mattino Dante aveva infranto le tre regole fondamentali per vivere quasi pacificamente con l'altro sesso -che oltretutto non era affatto gentile-
    Dopo aver dormito più o meno cinque ore, alle quali era preceduta una giornata piuttosto faticosa, aveva ricevuto il colpo finale da Trish, che dopo un'occhiata e dieci secondi di dialogo gli aveva ricordato delle verifiche che doveva correggere da due settimane.
    Giunto davanti alla porta della classe Dante si era accorto che lui non si ricordava di aver mai fatto una verifica in qualche classe.
    Si lasciò andare pesantemente sulla sedia e portò le mani dietro alla testa.
    - Fate quello che volete ragazzi. Oggi non me la sento di fare lezione. -
    E attese qualche secondo, aspettando un'occhiata che puntualmente lo fulminò e che puntualmente lui non vide.
    Male, molto male.
    Perchè quell'occhiata era stata più severa del solito.

    - Ehi Nero, cosa succede? -
    Kyrie abbracciò suo fratello da dietro e Nero si sentì arrossire mentre la caramella stava prendendo la strada sbagliata.
    Rischiò di soffocare, ma un colpo incredibilmente ben assestato della ragazza gli fece vedere come la pallina scura rotolasse bene sulla scrivania.
    Qualche istante dopo il dolciume giaceva sul fondo del cestino.
    - Scusa, è stata colpa mia. -
    - No no! Non preoccuparti. -
    Nero passò l'indice sotto il naso e Kyrie capì di averlo messo in imbarazzo.
    - Allora... - gli strinse la mano destra con fare materno - C'è qualcosa che ti preoccupa? -
    - Niente di importante. -

    Da quel niente di importante nacque una lunga conversazione.
    Nero non parlò subito del professore.
    Iniziò a chiamarlo quell'idiota o quello scemo.
    Kyrie capì che si trattava di Dante soltanto nel vedere l'espressione di suo fratello.
    Il ragazzo parlò immediatamente di ciò che l'uomo gli aveva rivelato, del modo in cui glielo aveva rivelato.
    Saltò tutti i particolari secondari, come il fatto che quella serata era stata abbastanza piacevole -anche perchè lui stesso ancora non se ne voleva accorgere- o che a tutti e due piacesse lo stesso tipo di caramella gommosa.
    Fu Kyrie a farglieli notare con una semplice frase.
    - Era la prima volta che ti vedevo così rilassato dopo Halloween. -

    Nero si recava al cimitero un solo giorno all'anno.
    Non quel giorno preciso, ma dopo.
    E si trascinava addosso la lugubre atmosfera di quel luogo per parecchi giorni.
    Quell'anno era invece andata diversamente.
    Aveva addirittura festeggiato Halloween con si doveva, anche se un po' in ritardo sulla tabella di marcia.
    Perchè il professore lo aveva preso di forza e lo aveva trascinato in giro a fare il tipico "Dolcetto o scherzetto?"
    Perchè il professore aveva chiesto la collaborazione di Kyrie per compiere ciò.
    Perchè il professore aveva semplicemente detto due parole sbrigative per convincerla.
    Che Halloween doveva essere festeggiato e che niente e nessuno poteva impedire ad un ragazzo di provare la gioia di mangiare dolci gratis.
    Forse fu il modo in cui Kyrie gli riferì le parole dell'uomo... o forse fu proprio il contrario.
    Tuttavia due giorni dopo Nero non aprì bocca per contrastare le poche e miracolate parole riguardanti una lezione non proprio decente che uscirono dalla bocca di Dante.
    E di questo il professore ne ebbe sentore solo nove giorni dopo.
    Il decimo giorno Trish capì che forse un suo intervento sarebbe stato necessario.

    Dante osservò disinteressato Trish mentre gli spiegava ciò che doveva fare con Nero.
    Al termine dello sproloquio lui aveva già finito il suo secondo Strawberry Sundae.
    - Prima che ti chieda perchè dovrei fare tutto questo... - accavallò le gambe e distese le braccia lungo il bordo dello schienale del divanetto - ...spiegami come sai tutto questo. -
    La donna posò i gomiti sul tavolo ed esibì un misterioso sguardo mentre poggiava il mento sulle dita intrecciate, il tutto accompagnato da un sorriso seducente.
    - Io so sempre tutto... -
    Tutta quella scena non impressionò Dante.
    - Pfff... -
    Trish poggiò di nuovo la schiena contro il divanetto e sorseggiò il caffè. Lo risputò e posò la tazza sul piattino: si era raffreddato di nuovo.
    Alzò elegantemente un braccio e la cameriera alzò gli occhi al cielo mentre chiedeva al barista di preparare l'ennesimo caffè.
    - Oggi indossi un paio di boxer scarlatti. -
    Dante abbassò lo sguardo. Sbottonò i pantaloni e controllò cosa si era messo quel mattino -al buio- per coprire le sue nudità.
    - Veramente sono rossi... -

    Nero girò le pagine del libro di scienze abbastanza velocemente e si ritenne soddisfatto quando capì ogni singola riga stampata sulle pagine bianche.
    Alzò la testa e richiuse il libro.
    Vide il professore.
    Quindi si strozzò con la caramella scura che lo aveva quasi ammazzato con Kyrie.
    Tuttavia reagì violentemente e sputò la sferetta quasi nera sul tavolo.
    L'uomo la prese in mano sotto gli occhi increduli del ragazzo.
    - Le caramelle al caffè non sono caramelle. - commentò gettandola dietro alle sue spalle.
    - Ci sarebbe un cestino. -
    - I bidelli non fanno nulla da mattina a sera. -
    La conversazione era giunta così ad un punto morto.
    Nero si alzò, Dante prese un suo braccio e lo fece risedere.
    - Ma che... -
    - Ragazzino, dobbiamo parlare. -
    - E di cosa? -
    - Io devo prendermi le mie responsabilità. -
    - Eh? -
    - Non fare quella faccia. - gli pizzicò le guance - Me lo ha detto Trish. -
    - La professoressa? -
    - Quante Trish conosci ragazzino? -
    - ..... -
    - Ti ho già detto di non fare quella faccia. - di nuovo due pizzicotti.
    - Ahi! -
    - Tsk, è solo un pizzicotto. -
    - Ehi! -
    - Adesso lasciami parlare. - premette una mano sulla bocca di Nero, sentendo soltanto il sibilò di qualche parola adirata che gli veniva rivolta contro.
    - Io devo prendermi le mie responsabilità. - ripetè - Penso di essere abbastanza adulto da capire cosa comportano alcune mie azioni. -
    Nero si sottrasse alla presa del professore - Davvero? -
    - Sì. Quindi, dopo una lunga ramanzina da parte di Trish ho capito che non possiamo tirarci indietro. -
    - Tirarci indietro? -
    - Sembra essere sbagliato da parecchi punti di vista, ma non me n'è mai fregato più di tanto del giudizio altrui. -
    - Come? -
    - E tantomeno deve importare ad un ragazzino. Alla tua età non fa bene reprimere i propri sentimenti. E io come professore ho il dovere di aiutarti. -
    - Aspetti un attimo, non sto capendo niente... -
    - Bè, non mi sembra ci sia molto da capire. -
    - A me sembra il contrario. -
    Dante sospirò e strattonò Nero per un braccio, avvicinandolo pericolosamente al suo volto.
    - Ragazzino, io e te stiamo ufficialmente assieme. -

    - Esattamente... - Trish notò come stesse diventando sempre più brava a coprire occhi neri - ...in che modo hai detto a Nero che poteva continuare a contraddirti in classe e a rimproverarti, il che non ti fa male... - bevve il caffè, finalmente caldo - ...e che non gli faceva bene reprimere i suoi sentimenti? -
    - In modo semplice e conciso. - disse Dante mentre gustava un cucchiaino riempito da una fragola macchiata di panna.
    - Semplice e conciso? -
    - Sì. Gli ho detto che non deve preoccuparsi dei suoi sentimenti. Insomma, le solite frasi idiote per abbindolare le ragazzine. - mangiò un'altra fragola - Quindi adesso può liberamente mostrare la sua ammirazione repressa verso di me. -
    Trish non ebbe più voglia di bere il suo caffè e maledisse la sua capacità di capirsi al volo con quell'uomo, che era oltretutto suo amico d'infanzia.
    - Adesso sì che devi prenderti le tue responsabilità. -

    About Strawberry Scent

    Ok, ditemelo sinceramente. Quante persone hanno capito in che modo ragiona Dante? Mi raccomando non accalcatevi, eh? Anche per me, che sto scrivendo, il suo carattere è un mistero... comunque, per chi attendeva lo yaoi puro, aspettate ancora un po'. Manca poco, manca poco, manca poco *ripete come un mantra* Però una cosa è sicura: questo capitolo è un punto di svolta, da qui in poi la storia sarà più movimentata. Ma non starò andando troppo veloce? State capendo cosa succede!? *complessata*

    Titolo: Strawberry Scent

    7 # Un appuntamento non è un appuntamento senza gelato alla fragola

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: R

    Avvertenze: yaoi, Au

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    7 # Un appuntamento non è un appuntamento senza gelato alla fragola

    Passarono tre giorni esatti.
    Al quarto Nero si convinse che il professore lo aveva semplicemente preso in giro.
    L'ultima sua lezione era trascorsa come al solito e lui stesso aveva ripreso a lamentarsi sulla poca professionalità dell'uomo.
    Il ragazzo quindi accolse con immensa gioia il suono della campanella, che segnava non solo la fine di quella disastrata e mai iniziata spiegazione, ma anche il termine di quella strana settimana da dimenticare.
    Abbandonando il fiume di studenti che si stava travasando nella traversa opposta, Nero optò per un rapido ritorno a casa.
    Mai decisione gli fu più fatale.
    Ebbe appena il tempo di girare l'angolo, quando due forti mani lo afferrarono e lo fecero brutalmente accomodare su quello che il suo corpo riconobbe come il sedile di una macchina.
    Il tempo necessario per riprendersi dallo shock e dalla lieve paura che si era insediata in lui, bastò a qualcuno per mettere in modo la vettura e sgommare in modo poco consono alle regole stradali.
    Una manciata di secondi e Nero fulminò questo qualcuno.
    - Cos'ha intenzione di fare?! - sbottò infervorato.
    - La cintura. - rispose distrattamente il professore mentre con una mano -molto instabile- teneva il volante e con l'altra attaccava la propria.
    Nero non lo ascoltò.
    - Mi faccia scendere! -
    - No. -
    - Come?! -
    - Ho detto no. -
    - L'ho sentito! Ma perchè mi ha rapito!? -
    - Rapito è una parola grossa. Diciamo che ti ho fatto una sorpresa... ragazzino. -
    Lo aveva fatto apposta: aveva lasciato in sospeso la voce per poi concludere con quella stoccata finale, Nero ne era più che certo.
    - Non mi ha risposto! -
    Dante sbuffò divertito.
    - Da qualche parte dovremmo iniziare. Quindi... - la manovra col cambio diede l'impressione che stessero andando troppo velocemente - ...stiamo per passare un pomeriggio interamente dedicato alle cose che fanno i fidanzati! -

    Un appuntamento insomma.
    Nero tamburellò nervosamente le dita della mano destra sullo zainetto mentre vedeva il professore ritornare con un mano due coni praticamente uguali, sui quali spiccava un denso gelato rosa.
    Alzò un sopracciglio quando si vide in mano quella poltiglia.
    - Gelato alla fragola? -
    Dante ingoiò ciò che aveva leccato prima di rispondere.
    - Non ti piace? -
    - No. -
    - Come no? -
    - Preferisco quello al caffè. -
    - Il gelato al caffè non è gelato. E' poltiglia informe. -
    - La cosa è reciproca per la fragola! -
    - Che appuntamento è senza un gelato alla fragola? -
    - Questo non è un appuntamento. -
    - Ah no? -
    - Noi non siamo... - Nero arrossì e non riuscì a terminare la frase, affogandola in quel disgustoso freddo fragolesco.
    - Pensavo fosse chiaro che stessimo assieme. -
    Dopo quell'affermazione nessuno dei due parlò più.

    - Ora tocca a te. -
    - Cosa? -
    - Decidere dove andare. -
    Nero aveva ancora in mano il suo cono non finito.
    - A casa. -
    Dante posò le mani sui fianchi.
    - Decido io? -
    Come protesta silenziosa il ragazzo affondò il cono nel cestino che traboccava rifiuti.

    - Wow! Chi è quel vecchio!? Lo conosci? -
    Nero era rimasto in disparte mentre una calca di ragazzini infervorati si era radunata attorno a Dante.
    Alla parola vecchio l'uomo parve scagliarsi con più violenza sui demoni che infestavano lo schermo di quel videogioco.
    Il bambino in questione deglutì e si nascose parzialmente dietro ad un suo amico considerevolmente più alto.
    - Hai finito? - domandò Nero per l'ennesima volta.
    - Quasi. - fu la conseguente e ormai risposta.

    Che il suo professore fosse un genio nei videogiochi di caccia indiscriminata non lo stupì più di tanto.
    Ciò che veramente rese inquieto Nero fu il ritrovarsi tra le mani un pupazzo che ricordava vagamente uno di quei mostri.
    - Senta... -
    - Quando non siamo a scuola puoi darmi anche del tu. -
    Dante si appoggiò contro la macchina e portò alla bocca una delle sigarette che sapevano di fragola.
    Nero osservò attentamente i gesti che compì per far scattare la fiammella sull'accendino e per accendere la punta bianca.
    Poco dopo questa sequenza monotona tra le sue labbra si formò un rivolo di fumo che venne elegantemente soffiato fuori dalla bocca.
    Quando i loro sguardi si incontrarono il ragazzo arrossì e strinse le protuberanze (delle corna ritorte sulla testa) per le quali manteneva il piccolo pupazzo.
    Dante sorrise ed eliminò velocemente la distanza tra di loro.
    Nero alzò la testa e barcollò indietro.
    Lo vide avvicinarsi sempre più e istintivamente chiuse gli occhi, sentendo quel profumo stuzzicargli il naso troppo violentemente.
    - Cosa volevi dirmi? -
    Sbarrò le palpebre e lo fissò confuso.
    Perchè...?
    Era solo una parola, che tuttavia richiedeva fin troppe risposte.
    Ma non fu quella la prescelta ad uscirgli dalle labbra.
    - Sa che ore sono? -
    E ignorò l'invito a togliere almeno un foglio della barriera che li separava.
    Adulto.
    Conoscente.
    Professore.
    Erano ancora lì.

    - Bentornato a casa. -
    Come prima uscita era stata un disastro.
    Lo pensava Nero e ne era sicuro Dante.
    Sulla strada del ritorno l'unica voce presente era quella della cantante che si ripeteva costantemente sul cd.
    Quando la macchina frenò -poco delicatamente- davanti alla porta che conosceva molto bene, Nero prese la cartella in una mano e il pupazzo nell'altra.
    - Arrivederci e grazie. - borbottò mentre la sua schiena si allontanava dalla visuale di Dante.

    Uscito dal bagno Nero arrossì.
    In camera sua c'era Kyrie che osservava il pupazzo con aria contenta.
    - Che carino! Dove lo hai preso? -
    Sorvolando sul fatto che indossasse un orrendo pigiama azzurrino, che lo faceva sembrare ancora più piccolo di quanto non lo sembrasse già, il ragazzo non capì come mai quel coso fosse ancora in giro.
    Non lo aveva nascosto sotto al letto?
    - E' un regalo... -
    - Dovresti fare attenzione, era finito sotto al letto. -
    Sua sorella glielo porse e gli diede un bacio sulla fronte.
    Quando la porta si richiuse con un - Buonanotte! - senza risposta, Nero ebbe la decenza di guardarsi nello specchio.
    Pigiamino azzurro, guance arrossate, capelli scombinati... e peluche in mano.
    Scagliò il piccolo demone sul letto mentre spegneva la luce.
    Il mattino dopo Nero si risvegliò con il pupazzo stretto tra le braccia.

    Dante scoprì di aver messo la macchina nel parcheggio riservato al preside.
    Gli mancò la voglia di spostarla e si incamminò verso la scuola.
    Improvvisamente qualcosa di freddo gli toccò la mano e si ritrovò a stringere un oggetto probabilmente cilindrico.
    E gelato.
    - Gelato al caffè. -
    Nero gli era di fianco.
    Guardò prima lui e poi la coppetta marrone.
    - Cosa ci devo fare? -
    - Assaggiarlo. -
    Dante aggrottò le sopracciglia e dalla sua espressione il ragazzo capì che probabilmente non lo avrebbe nemmeno aperto.
    - Se... - ci fu un attimo di esitazione - ...vuoi puoi anche buttarlo. -
    Ricevette un'occhiata leggermente perplessa e indicò la cancellata che attorniava il cortile della scuola.
    - Non siamo ancora a scuola, no? -

    Quel mattino Trish assistette ad una scena incredibile: seduto su una sedia relegata nell'angolo della sala insegnanti, Dante stava affondando il cucchiaino in un gelato.
    Una poltiglia gelida dal colore marroncino.
    E di sicuro non era fragola.

    About Strawberry Scent

    Onore alla "Coppa del Nonno".... Ops, pubblicità occulta! Comunque diciamo che non tutte le cose si possono descrivere, se vi sembra che il passaggio tra l'appuntamento e il mattino del nonno (XD) sia stato troppo repentino... bè, non ho voluto descrivere la notte di Nero che ha pensato a troppe cose contemporaneamente. Non sono brava con gli angst, mi contraddico troppo.


    Titolo: Strawberry Scent

    8 # Sesso sicuro! Fate sesso sicuro!

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: R

    Avvertenze: yaoi, Au

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    8 # Sesso sicuro! Fate sesso sicuro!

    Da quel primo appuntamento non erano passati molti giorni.
    Tuttavia non sembrava cambiato nulla.
    Le lezioni erano sempre le stesse.
    Dante non faceva nulla come al solito.
    Nero lo rimproverava come da copione.
    E questo lo seccava leggermente.
    Aveva ancora il pupazzo e ogni tanto lo guardava.
    Quindi lo prendeva in mano e lo stringeva. Per poi lanciarlo dall'altra parte della stanza.
    Mentre il piccolo demone disegnava in aria una parabola Kyrie entrò nella stanza.
    - Nero, stasera devo fare una commissione con Credo. -
    La voce di sua sorella fu accompagnata dal morbido "Flump" del pelouche sul pavimento.
    - Ah, ok. -
    - Stasera ti va di mangiare da solo? -
    Il ragazzo non aveva ancora trovato la forza di resistere allo sguardo dispiaciuto di sua sorella.
    - Non preoccuparti. -

    Forse Kyrie avrebbe dovuto preoccuparsi di più.
    Lasciandogli il numero di un buon take away per esempio.
    Se Nero avesse osato, anche solo una volta, di chiedere alla sorella se potevano mangiare qualcosa non cucinato da lei, non si sarebbe ritrovato a girare come un idiota sotto la pioggia e con un ombrello rotto alla ricerca di un posto dove poter consumare un pasto decente.
    Dopo aver oltretutto pulito la cucina per aver sparso sulle piastrelle -senza nemmeno sapere come- i resti esplosi della cena che avrebbe soltanto dovuto riscaldare.
    Quando capì che lo scheletro metallico dell'ombrello stava per cedere -segno evidente era la pioggia che aveva preso a cadergli direttamente sul collo- la sua salvezza arrivò sotto la forma di un bacio.
    Più precisamente un bacio che gli occupò la bocca dopo che due mani gli avevano pericolosamente piegato la testa all'indietro.
    Quindi vide due cartoni per la pizza e il professore che gli sorrideva.
    - Stavo pensando di invitarti a cena. -

    Sul tavolino giaceva il primo cartone aperto, nel quale erano rimaste delle croste che recavano le impronte dei loro morsi.
    Entrambi erano comodamente sprofondati nella morbidezza dei cuscini del divano, mentre lo zapping terminava su di un anonimo film splatter: Dante quasi annoiato fissava lo schermo con sufficienza, Nero quasi terrorizzato sentiva la pizza dare la scalata al suo esofago.
    Abbassò lo sguardo e, giusto per fare qualcosa e tenere occupata la mente, afferrò una gelida lattina di birra.
    Subito vide il proprio polso bloccato e il contenitore di alluminio che veniva di nuovo posato sul tavolino.
    Nero scoccò un'occhiata in tralice al professore.
    - Sei troppo giovane per bere. -
    Fu la semplice risposta.

    Ok, non era affatto male.
    La constatazione di Dante aveva portato l'orgoglio di Nero a infischiarsene della voce della ragione, che era dalla parte del professore, e aveva iniziato a sorseggiare la birra.
    La birra non gli piaceva, non gli era mai piaciuta.
    Ma aveva bevuto e sorseggiato fino a che il sapore del malto non lo aveva disgustato.
    Gli occhi non gli si offuscarono.
    Tuttavia si sentì più leggero... e non si accorse che stava ondeggiando pericolosamente buttato in avanti.
    Al richiamo di Dante lo guardò quasi minaccioso e smise di barcollare.
    Completamente irrigiditò scruto l'uomo per poi saltargli addosso.
    E Dante continuò a pensare che non fosse affatto male.
    In fondo il ragazzino lo stava baciando, mostrandogli così tutta la sua inesperienza nel campo.
    La cosa sfociò nel "male" quando l'uomo si ritrovò improvvisamente Nero seduto sul suo bacino mentre era impegnato a coordinare i movimenti con la sbornia per sfilarsi decentemente la maglia.
    Tuttavia potè rilassarsi e prendersela con comoda quando alcuni insulti pesanti partirono per quel pezzo di stoffa che si era incastrato sulla testa.

    Nero inciampò nei propri piedi e Dante lo prese in tempo per evitargli un incontro ravvicinato con il marciapiede.
    La maglia era diventata un groviglio labirintico di maniche, capelli e braccia, ma con pazienza -molta pazienza- i due erano riusciti a guardarsi in faccia. Dopodichè Nero era svenuto.
    Passò una buona mezz'ora prima che Dante riuscisse a svegliarlo e a renderlo in parte cosciente del suo stato di ebrezza.
    - Perchè non abbiamo fatto sesso? -
    Smisero di camminare. Ovvero, Dante smise di trascinare un Nero non ancora nel pieno delle proprie facoltà motorie e che il giorno dopo avrebbe avuto un lancinante mal di testa e voglia zero di andare a scuola.
    - Per fare sesso ci vuole coordinazione. - gli spiegò sollevandolo per la vita - E direi che questa componente fondamentale stasera l'hai affogata nell'alcool. -
    Il ragazzo abbandonò la testa sul petto due o tre volte, come per annuire.
    - Ma io volevo farlo... - borbottò.
    Dante sorrise.
    - Avevo finito i preservativi e bisogna diffondere il sesso sicuro. -

    About Strawberry Scent

    Il prossimo capitolo sarà più lungo, prometto. A proposito, mi sono accorta adesso che avevo messo twincest negli avvertimenti... in effetti avevo pensato ad un morboso amore fraterno tra Dante e Vergil, ma l'evolversi della storia ha portato quest'ultimo a morire troppo piccolo per poter sviluppare un rapporto simile. Ho corretto l'errore, gomenasai. Poi ho tolto l'OOC moderato: a me non sembra che qualcuno dei personaggi sia così OOC.

    Capitolo 9
    SPOILER (clicca per visualizzare)
    Titolo: Strawberry Scent

    9 # Se avete dimenticato i preservativi, usate la fantasia

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: Nc17

    Avvertenze: yaoi, OOC (moderato), Au, Lemon

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    9 # Se avete dimenticato i preservativi, usate la fantasia

    Nero aveva cercato di non pensarci.
    Il problema era che la scena gli si ripresentava puntuale davanti agli occhi quando meno se lo aspettava.
    Lui che aggrediva il professore.
    Lui che molestava il professore.
    Lui che litigava con la maglia.
    Le emozioni che inevitabilmente sopraggiungevano erano, nell'ordine esatto, stupore, imbarazzo e vergogna totale.
    Non tanto per quello che aveva fatto, ma per la persona a cui lo aveva fatto.
    Un uomo.
    Un uomo idiota!
    Un uomo idiota che era il suo professore oltretutto!
    Quindi il suo corpo usufruiva malignamente delle immagini residue di quell'esperienza, ricordandogli che non solo era fatto di carne, ma che poteva anche eccitarsi!
    Strana la vita...
    In due giorni Nero era arrossito un numero spropositato di volte e aveva inventato altrettante scuse da utilizzare con sua sorella.
    Negli stessi due giorni inoltre un cattivo germe si era impiantato nel suo cervello e non voleva più abbandonare quel caldo giaciglio.
    Aveva quasi ceduto la sua prima volta.
    Aveva quasi fatto sesso con il suo professore alias fidanzato-per-qualche-strano-ignoto-e-incomprensib- ile-motivo.
    Quasi.
    Quasi, quasi, quasi.
    Quel dannato quasi non era bastato ai suoi ormoni adolescenziali in piena attività.
    Quel dannato quasi lo stava tormentando da due giorni.
    E la testa di Nero ricadeva nello stesso limbo: il professore con lui aveva intenzioni serie, sì o no!?
    Così, inevitabilmente, il pupazzo a forma di demone piroettava dall'altra parte della stanza.

    Il secondo appuntamento.
    Faceva ancora più freddo e il professore stava tranquillamente mangiando un gelato.
    Alla fragola.
    Nero stava tremando sotto al cappotto, i guanti e la sciarpa.
    - Oggi sei silenzioso. -
    Il ragazzo gli scoccò quasi un'occhiata di rimprovero. Quindi esaminò la sua giacca aperta, sotto la quale spiccava una semplice camicia.
    Provò freddo per Dante e si raggomitolò sulla panchina.
    Si arrabbiò nel sentire una risata e arrossì avvertendo la pesantezza di un braccio sulle spalle.
    - In effetti fa piuttosto freddo... -
    Nero lasciò che la propria testa venisse appoggiata sull'ampio petto.
    - Mpf. -
    - ...andiamo a casa mia! -
    - Come!? -

    Il caldo della casa era penetrato invasivo nel corpo di Nero.
    Tuttavia non aveva ancora rinunciato a scaldarsi anche con l'ausilio del cappotto.
    Il professore invece gettò l'indumento sul divano come se non avesse aspettato altro che il momento in cui avrebbe potuto toglierselo.
    - Cosa vuoi da bere? -
    Perchè Dante aveva sottinteso che lui avrebbe certamente preso qualcosa da bere?
    - Qualcosa di caldo. -
    L'uomo sparì in cucina, quindi la sua testa sbucò pensierosa dallo stipite.
    - La birra si può scaldare? -

    La tazza era bollente e Nero la stava palpando quasi oscenamente per trasmettere alle sue dita gelate quel calore.
    Non aveva ancora assaggiato la cioccolata densa che galleggiava al suo interno.
    - Se ti piace quella tazza te la regalo. -
    Fondamentalmente non era poi così bella, non con quella sottospecie di clown viola che faceva roteare delle palline sopra la sua testa.
    Dante non si ricordava nemmeno come fosse arrivata in casa sua.
    Nero mise su un mezzo broncio imbarazzato e deglutì un sorso della bevanda.
    Si bruciò la lingua e subito dopo la gola.
    Tossicchiò sulla mano che copriva la bocca.
    - Ehi ehi! Con calma! -
    Dante gli toccò una spalla e vide soltanto un paio di occhi azzurri che lo fissavano in modo strano.
    - Facciamo sesso. -
    - Eh? -
    Nero abbassò la mano.
    - Facciamo sesso. -
    - Avevo capito anche prima. -
    - Allora perchè me lo hai fatto ripetere!? -
    - Guarda che hai ripetuto tu. -
    - Non è questo il punto! - Nero posò la tazza - Se non ti va come l'altra... - si interruppe.
    - ...volta? - Dante concluse per lui - Eri ubriaco. -
    Una semplice constatazione.
    Il ragazzo comprese che in quella discussione il ruolo infantile era toccato a lui.
    - Non è una scusa... -
    - Infatti è una privazione. -
    Quella frase era senza senso.
    - Privazione? -
    Nero vide il professore aprire la bocca per poi richiuderla senza che alcun suono ne fosse uscito.
    - Ragazzino... - disse infine - ...lo sai che più della metà dei bambini nascono da una madre ubriaca? -
    - Non inventarti le statistiche! -
    - E' un dato di fatto. -
    - E io sono un ragazzo! -
    - Incapace di intendere e volere quando ha provato a fare sesso con me. -
    Quella puntualizzazione fece sprofondare Nero.
    Era come se qualcosa di pesante si fosse materializzato nel suo stomaco, facendogli piegare leggermente le ginocchia.
    - ...ecco... -
    Quindi il problema fin dal principio era stato l'alcool.
    Un piccolo particolare a cui Nero, immerso nelle sue rimuginazioni, non aveva badato.
    Dante non aveva fatto sesso con lui perchè era ubriaco.
    Perchè a saltargli addosso in un certo senso non era stato lui stesso, ma l'alcool che aveva in corpo.
    E magari il giorno dopo si sarebbe risvegliato con i sensi di colpa.
    Improvvisamente Nero si sentì molto più piccolo di Dante.
    Colui che aveva sempre considerato come un idiota recidivo, si era mostrato più maturo di lui, come avrebbe dovuto effettivamente essere, in un ambito più strettamente legato alla vita.
    - ...è un po' tardi. - concluse in un chiaro tentativo di sviare l'argomento.
    - Giusto. - Nero vide i bottoni del proprio cappotto abbandonare le asole - Però questa è una cosa che si fa senza fretta. -
    Sentendo l'indumento scivolare lungo le sue spalle, il ragazzo rabbrividì per il contatto con l'aria leggermente più fredda.
    - Cosa? -
    Dante sorrise.
    - Il sesso! -
    - ll sesso...? Ma non hai appena... -
    - Hai bevuto alcool? -
    - No. -
    - Allora non ci sono problemi. -
    Nero bloccò le mani del professore che stavano minacciando di scoprirgli il ventre.
    - E se io non volessi? -

    Nero era premuto contro il suo corpo e ansimava pesantemente; le sue dita tremanti stringevano il lenzuolo stropicciato mentre Dante toglieva la mano dai suoi pantaloni.
    - Si vede che sei giovane. - portò in bocca il polpastrello sporco - Guarda con quanta energia vieni. -
    Si abbracciarono e Nero ne approfittò per nascondere il viso contro la sua spalla.
    - Mmmh... sei ancora duro. - Dante sfiorò l'erezione del ragazzo, toccando con il pollice la punta bagnata.
    Il brivido che a quel tocco scosse il corpo di Nero riuscì a raggiunse anche lui, scuotendolo nella sua intimità.
    Fu una fitta calda e dolorosa.
    - Stai venendo un'altra volta? -
    La voce maliziosa risuonò cattiva nella testa di Nero.
    - Vecchio pervertito! - lo spintonò - A te non ti si rizza? -
    Un sorriso.
    Dante prese la mano di Nero e la guidò fino a toccare i suoi pantaloni.
    Il ragazzo deglutì nervosamente.
    Era duro e caldo.
    Riusciva a sentirlo fin troppo bene.
    Improvvisamente si ritrovarono distesi l'uno sopra l'altro.
    Nero trovò rinfrescanti le lenzuola sulla sua pelle accaldata.
    Passò una mano sulla propria fronte: asciutta.
    Il rumore di una cerniera fece scattare gli occhi azzurri e subito vide i pantaloni del professore scivolare lungo le sue gambe.
    Deglutì nervosamente e il suo sguardo vagò altrove in modo indefinito.
    - Nero... -
    Nero sussultò.
    Il suo nome... aveva pronunciato il suo nome.
    Non ragazzino, ma Nero...
    Due dita gli girarono il viso e si ritrovò a fissare lo sguardo di Dante.
    Non riuscì a trovare un aggettivo adatto per definirlo.
    Anche perchè la sua mente era troppo impegnata ad osservare le sue labbra che gli si avvicinavano sempre più.
    Fu travolto dal bacio, la sua bocca venne violentata in modo dolce dalla lingua che si muoveva frenetica, dandogli l'impressione di sfiorare qualcosa di eroticamente viscido.
    Quando il contatto si interruppe Nero aveva il fiato leggermente più marcato, Dante sembrava perfettamente a proprio agio.
    - Nero... -
    - Cosa c'è...? - borbottò mentre mancava il conto dei battiti del suo cuore.
    - Io... - passò l'indice sulla sua guancia in una lenta carezza - ...ho dimenticato di comprare i preservativi. -
    Ci fu un attimo di pesante silenzio.
    Quindi Nero rovesciò la situazione e si ritrovò seduto sopra il suo professore, le mani che minacciavano di strangolarlo.
    - Stupido vecchio! -
    - Ehi ehi! Calmati ragazzino! - Dante afferrò i suoi polsi e lo fece ridistendere sotto di sè - Una soluzione si trova sempre, giusto? -

    Strusciarsi.
    La soluzione era strusciarsi.
    Nero ansimò e strinse con forza gli avambracci muscolosi di Dante.
    Le sue dita minacciarono di affondare nella carne mentre i loro bacini premevano l'uno contro l'altro.
    In un gioco di tocchi accennati e spinte più forti, Nero subiva senza riuscire a coordinare i suoi movimenti e la sua voce.
    Erano scariche che si diffondevano velocemente nel suo corpo, che si creavano ad ogni avvicinarsi delle loro virilità.
    Calde e violente.
    Inebrianti.
    Poi gridò e si accorse con fatica che la mano fredda di Dante li stava toccando entrambi.
    Sulla punta, sull'asta, i testicoli.
    Le dita scivolarono in basso e l'indice sfiorò l'apertura.
    - No! -
    Fu una sensazione che lo riempì per un solo istante.
    Ma Nero riuscì a coglierne ogni minima sfumatura.
    Velocemente l'eccitazione lasciò posto alla stanchezza, in un passaggio che fece gemere voglioso il ragazzo.
    Socchiuse le palpebre e vide il proprio ventre macchiato e la propria eccitazione finalmente placata.
    Un fiotto caldo lo fece sobbalzare.
    Davanti ai suoi occhi si consumò il piacere di Dante e istintivamente deglutì.
    A vuoto.
    Si accorse di avere la bocca secca.
    Dante si sdraiò accanto a lui e sospirò soddisfatto.
    - Ti sei sporcato tutto. -
    In fin dei conti lui era piuttosto pulito.
    - Stupido vecchio... - borbottò Nero dandogli la schiena.
    Tuttavia si sentì rigirare e una lingua impertinente prese a pulirlo sul ventre.
    - Sesso sicuro ragazzino. Ricordatelo. - sussurrò prima di baciarlo sulle labbra.

    About Strawberry Scent

    Mah, lemon un po' strana. Dov'è la penetrazione? Mi chiederete voi. Sesso sicuro! Rispondo io U_U Poi non vi lagnate, nel prossimo arriveranno i preservativi...

    Capitolo 10
    SPOILER (clicca per visualizzare)
    Titolo: Strawberry Scent

    10 # Le fragole sono più eccitanti delle banane

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: Nc17

    Avvertenze: yaoi, Au, Lemon

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    10 # Le fragole sono più eccitanti delle banane

    Nero osservò con finto interesse un ripiano dello scaffale dove giacevano allineati ordinatamente dei flaconcini bianchi.
    Con la coda dell'occhio notò la schiena della farmacista e subito girò la testa, ritornando ad interessarsi alle scritte sulle scatole dei preservativi.
    Il fatto che fossero sempre sistemati di fianco alle caramelle per i bambini lo aveva lasciato sconcertato. Ma almeno si sapeva spiegare -seppur in parte- perchè esistevano le domande scomode sul sesso che i genitori dovevano puntualmente sorbirsi...
    - Prima volta, eh? -
    Sobbalzò e vide due occhi fissarlo divertiti.
    Uno blu e uno rosso.
    Quella stranezza passò tuttavia in secondo piano, schiacciata dall'imbarazzo che si era comodamente appollaiato sulle spalle di Nero.
    Era sicuro che le sue guance fossero diventate rosse.
    - Eh? - scosse la testa - No no! -
    La donna reclinò la testa di lato.
    - Allora hai già combinato il guaio? -
    - No! -
    Quell'unica parolina attirò l'attenzione delle uniche tre persone che affollavano la farmacia.
    L'imbarazzo tubò allegramente.
    - E' semplice curio... -
    - Ragazzino, ne vedo molti come te. - lo interruppe la farmacista con voce divertita - Ti consiglio di prendere i classici. -
    Nero annuì meccanicamente; nel frattempo la sua mente stava inglobando contro il suo volere ogni informazione che derivava dalle scritte sulle scatole.
    Quando allungò la mano scartò subito i semplici preservativi e le sue dita si strinsero attorno ad una scatolina dalle strane sfumature rosa.
    - Prendo questi! - li sbattè sul bancone a testa bassa.
    La donna non parlo subito.
    Nero sollevò lo sguardo e si ritrovò a fissare il seno che sfuggiva alla scollatura. Deglutì e fece un passo all'indietro mentre la farmacista si ritraeva pensierosa.
    - Bè, non penso che ne abbia bisogno proprio oggi... -
    Il ragazzo non capì cosa volesse dire.
    Ritrovandosi tra le mani la scatolina al posto dei soldi decise di rimanere nel dubbio e di andarsene via.

    Era sudato.
    Bè, non proprio.
    Le sue mani erano sudate. E la scatolina nascosta nell'ampia tasca della giacca era diventata appiccicaticcia.
    Fregò i palmi sulla stoffa dei jeans.
    Aveva le guance fredde per il venticello gelido autunnale e goccioline di sudore che gli solleticavano la schiena premuta contro lo schienale morbido del divano in pelle.
    Dante gli porse la consueta tazza di cioccolata e Nero smise di tamburellare il piede nervosamente.
    Era un adolescente.
    Era normale che gli ormoni gli giocassero brutti scherzi. Che facessero entrare in circolo nel suo corpo quell'adrenalina sessuale radunata nel suo bassoventre.
    Però si chiese se fosse normale sperare -anche solo lievemente- che un uomo, molto più vecchio di lui, nonchè suo professore, gli saltasse addosso per molestarlo sessualmente.
    Avrebbe potuto allungare una mano.
    Ma sarebbe stato troppo imbarazzante.
    Oppure abbracciarlo...
    Ancora peggio.
    O baciarlo....
    Così toccava il fondo.
    Nero non si era accorto che la tazza gli stava lentamente scivolando dalle mani.
    Anzi, se ne accorse.
    Purtroppo il segno rivelatore fu un crescente bruciore che gli invase la coscia destra.
    Si alzò gemendo a denti stretti e quello che vide furono i capelli del suo professore e i propri pantaloni che venivano calati velocemente.
    Era lievemente arrossata la zona colpita.
    - Ehi ragazzino! - ci fu una mezza risata tra le parole - Non pensavo che la cioccolata ti eccitasse così tanto. -
    Nero si allontanò, le gambe toccarono il bordo del divano e si ritrovò disteso sulla schiena ad osservare il professore che torreggiava su di lui.
    - Ragazzino... -
    Deglutì. Quel tono di voce lo fece rabbrividire.
    Quello che la sua mente non riuscì ad elaborare venne compreso a pieno dal suo corpo: le palpitazioni aumentavano, il respiro si frammentava e l'eccitazione premeva contro la i boxer fin troppo stretti.
    - Ragazzino... alzati i pantaloni. -
    Nero ci mise un po' a riconnettersi alla realtà.
    Il suo inconscio era già giunto al culmine delle molestie. Tuttavia il suo corpo era ancora imprigionato dal desiderio.
    Si mise a sedere e ricevette una risposta ancora prima di aprire bocca.
    - Non ho trovato i preservativi. -
    Fu uno shock totale.
    - La città è piena di farmacie che vendono preservativi! -
    - Immagino che tu li abbia comprati... - Dante accavallò le gambe e incrociò le braccia al petto - ...ma non sono i miei... -
    Nero sorvolò sul fatto che il professore sapesse che aveva comprato i preservativi.
    - Li ho comprati io infatti. - trattenne il nervosismo sotto un alone di pazienza.
    - Non è quello il punto... -
    Il tono quasi melodrammatico fu ampliato da un movimento scenico che spaventò il ragazzo e che gli fece venire dei dubbi sulla sanità mentale dell'uomo.
    Con le braccia lievemente allargate e l'espressione sofferente si girò verso di lui.
    - Non è una mia scelta... tuttavia l'attesa renderà l'evento più... -
    Dante non riuscì a terminare la frase: Nero gli aveva scagliato contro il cappotto.
    - Tu-sei-scemo. - scandì abbottonandosi i pantaloni.

    Pluf.
    Un rumore deciso ma soffice.
    Dante allungò una mano verso la scatolina che era scivolata dalla tasca del giubbotto di Nero, quindi afferrò la spalla destra del ragazzo con forza e lo attirò verso di sè.
    - Facciamo sesso. - decretò con tono sicuro.
    - Eh? -
    Quel cambiamento repentino spiazzò il ragazzo.
    Il professore gli sventagliò davanti agli occhi i preservativi.
    Nero li afferrò e frettolosamente li aprì, facendo cadere tra le sue mani dei quadratini.
    Ne aprì uno e per la prima volta le sue mani toccarono la superficie liscia e unta -per non dire quasi disgustosa al tatto- di un preservativo.
    Ma in quel momento tutti quei particolari, anche la forma oblunga, non importavano.
    I suoi occhi erano fissi sulle fragoline che lo ornavano.
    Tante fragoline.
    Rosse fragoline.
    Con un gesto secco ruppe in due il preservativo.
    - Non farò sesso con uno di questi cosi... -
    Tuttavia Dante non si scompose. Al contrario, quel sibilo minaccioso lo fece rabbrividire piacevolmente: costringere e convincere erano due azioni che gli riuscivano piuttosto bene.
    - Infatti lo indosserò io. - lo rassicurò sorridendo.

    Nero si era opposto.
    Aveva esplicato le proprie convinzioni fino ad insultare il professore.
    Gli si era tenuto lontano e aveva resistito alle sue provocazioni.
    Quindi, come conseguenza logica, si era ritrovato disteso sul letto a una piazza ad osservare i suoi pantaloni che giacevano lontani con i boxer, mentre Dante lo stava succhiando vigorosamente.
    Era completamente abbandonato all'abbraccio delle lenzuola che accoglievano i suoi respiri misti a gemiti.
    Il tutto gli dava una sensazione che si confondeva tra la tensione erotica del suo corpo e l'annullamento quasi totale delle sue capacità razionali: ovvero aveva scollegato il suo cervello lasciando che il suo corpo venisse dominato dal cosiddetto istinto sessuale.
    Era accaldato e tremava.
    Cercava di muovere le gambe ad ogni sussulto dovuto alla lingua che maliziosa lo stava assaggiando, ma non poteva farlo. Erano infatti saldamente bloccate dalle mani di Dante; un gesto che pur essendo una costrizione aveva dei risvolti erotici non trascurabili.
    Nero venne con un singhiozzo fermo in gola che si libero come un lungo e profondo respiro.
    Si azzardò a guardare il professore e lo vide -completamente vestito, oltretutto- pulirsi la bocca con il dorso della mano.
    Ma quello non era importante.
    Importante era sapere che tra le sue gambe l'eccitazione non si era calmata.
    Non sapeva se fosse perchè era la sua "seconda volta".
    O perchè era tanto giovane quanto resistente.
    O perchè aveva ormoni repressi dalle notti passate a pensare a Kyrie senza che la sua mano si muovesse.
    O perchè Dante era dannatamente sexy mentre rimaneva a torso nudo con i boxer scuri che si intravedevano oltre l'orlo dei pantaloni.
    Chissà, forse erano tutti questi elementi mischiati tra di loro in un crogiolo che gli stava solleticando la schiena con fastidiosi brividi.
    La sua testa era stranamente leggera, come se stesse avvenendo tutto al rallentatore, o a un altro ragazzo.
    Un suono di carta strappata riuscì a risvegliarlo quel che bastava per capire che il professore aveva serie intenzioni riguardo al mettersi quel preservativo ridicolo.
    Indietreggiò leggermente per ritrovare Dante seduto sopra di lui: una posizione comoda per bloccarlo.
    - Hai seriamente intenzione di mettertelo? -
    - Sì. -
    Più che l'unica parola furono i gesti a convincere Nero: giù pantaloni e boxer quel che bastava per rivelare il membro eretto e la lieve peluria nera che riuscì a scorgervi attorno.
    E capì di essere un pervertito.
    Non perchè aveva fatto la radiografia al pene del suo insegnante, ma perchè quell'organo sessuale lo fece deglutire e una scossa orgasmica gli solleticò il basso ventre.

    Dante intrufolò le mani sotto la maglia di Nero e la sollevò.
    Con un solo gesto lo denudò completamente e i suoi occhi si soffermarono per un istante sulla cicatrice bianca che solcava il suo braccio destro, dal gomito fino al dorso della mano.
    Fu solo un attimo, uno sguardo caduto lì sopra per caso.
    Non ci badò, troppo impegnato a recuperare la boccetta di lubrificante, che finì tra le sue mani quasi come fosse comparsa dal nulla. Questa fu l'impressione di Nero.
    Toc.
    Il tappo scattò, mostrando una sostanza giallina di cui si impregnarono le dita di Dante.
    La reazione fu immediata: i muscoli di Nero si irrigidirono, la sua mente fu più veloce della sua coscienza a formulare la banale previsione che comprendeva un atto sessuale in cui lui veniva sottomesso.
    Venne girato e inspirò l'odore delle lenzuola. Era un odore che non sapeva di pulito, ma nemmeno di sporco.
    Le dita scivolose lo toccarono e serrò le labbra mentre il suo respiro si faceva più pesante.
    - Rilassati. -
    Dante gli parlò direttamente nell'orecchio: lo sentì rabbrividire e irrigidirsi intorno al suo indice che era scivolato in lui fluidamente.
    Sorrise -un breve e leggero sollevare di labbra-
    Toccò l'interno del corpo di Nero con esasperante cura, macchiandolo con il lubrificante.
    Avvertì i suoi brividi sfiorargli i polpastrelli, vide le sue mani strette sulle lenzuola e sentì qualche spezzato singulto.
    Dante si mostrava calmo, con la situazione sotto controllo.
    Anche se avrebbe voluto togliere le dita dal corpo di Nero -e lo fece- per poter finalmente fare sesso con lui -lo avrebbe fatto-
    Abbassò lo sguardo e le fragoline gli ricordarono che aveva già indossato il preservativo.
    Gli bastò afferrare i fianchi del ragazzo e muovere in avanti il bacino una sola volta per sentire il caldo abbraccio del suo corpo.

    Dante aveva scopato Nero.
    Il ragazzo non aveva riconosciuto alcuno dei passaggi che le ragazzine romantiche sognavano per il loro primo rapporto.
    Un leggero bruciore lo aveva sentito per tutta la durata dell'amplesso, bruciore che si era amplificato al suo termine, non essendo più affiancato dal piacere.
    Piacevoli erano state le spinte sempre più forti e anche la mano di Dante sul suo membro.
    Solo che quello segnò il limite per Nero e l'inizio del suo imbarazzo.
    Era venuto.
    Non era riuscito a controllarsi e venne prima di Dante.
    Molto prima.
    Quando l'effetto droga del sesso fu passato, Nero sentiva ancora le spinte contro al suo corpo.
    Affondò la testa nel cuscino, al suo fianco il professore stava tranquillamente fumando una sigaretta.
    Il profumo di fragola gli stuzzicò le narici e starnutì.
    - Salute. -
    Nero avrebbe voluto sapere come era stato quell'amplesso per Dante, tuttavia si limitò a stare zitto.
    Erano stretti in quel letto singolo, sdraiati uno di fianco all'altro, senza essere allacciati in un tenero abbraccio e senza sbaciucchiarsi a intervalli regolari.
    La sigaretta divenne un mozzicone e cadde in un posacenere che il ragazzo non aveva notato.
    - E' stata la peggiore scopata che abbia mai fatto. - lo avvisò facendo precipitare così la sua autostima - Ma sono pur sempre il tuo professore no? -
    Nero ebbe il coraggio di alzare la testa e rivolse uno sguardo perplesso al sorriso sornione di Dante.
    - Avrai molto tempo a tua disposizione per imparare a soddisfarmi. -

    About Strawberry Scent

    Avete mai provato a strappare un preservativo? Io no, quindi non so se il gesto di Nero sia contemplato nel nostro mondo. Poi i peli di Dante... neri o bianchi? Boh, ma o personalmente più che ai suoi peli avrei fatto attenzione a qualcos'altro di più evidente... non datemi della maniaca, solo un cieco non l'avrebbe notato U_U
    Mi sono anche accorta che due lemon ho scritto e in tutte e due è rimasto il tono leggero della storia: una fluff-lemon. Non sono riuscita a metterci tutti quegli artifici erotici, o almeno a rendere seri i due personaggi. Ma ripensandoci mi sarebbero andati a finire in OOC... per fortuna che li ho ripescati in tempo...
    A proposito, non pensate che Dante si limiti a scopare Nero. E' solo crudo realismo, Dante è un uomo vissuto con esperienza sessuale, Nero è un verginello e non tutte le prime volte sono da manuale. Vi sembra che la loro relazione dopo questo capitolo si basi sul sesso? *ci riflette su* Oh bè, il sesso è una forma di amore, no? Dipende da come lo si vive.
    ...
    Ehi! Ma esistono i preservativi con le fragoline?!?

    Titolo: Strawberry Scent

    11 # Tutto è bene ciò che non finisce

    Autrice: Armònia

    Anime/Videogioco: Devil May Cry

    Disclaimer: I personaggi appartengono alla Capcom. Non è mia intenzione utilizzarli a scopo di lucro.

    Pairing: DantexNero

    Genere: Romantico, Comico, Introspettivo

    Rating capitolo: R

    Avvertenze: yaoi, Au, lime

    Note: Di DantexNero in italiano non ce ne sono molte. Poi loro due sono perfetti assieme, il vecchio pervertito e il ragazzo scontroso.

    Breve Trama:
    Era un vecchio.
    Era un maniaco.
    Era un pervertito.
    Era un pedofilo.
    Era un professore.
    Di storia antica poi.
    Una di quelle materie che riguarda solo frottole e fantasia.
    Era anche tremendamente eccitante...
    ...e Nero si stava innamorando di lui.

    Strawberry Scent

    11 # Tutto è bene ciò che non finisce

    Dante era seduto a gambe incrociate davanti alla tomba della madre e del fratello.
    Stava sistemando uno ad uno i fiori come gli aveva insegnato Nero.
    Il ragazzo era in piedi dietro di lui e lo osservava.
    Sembrava un bambino alle prese con un nuovo gioco che lo incuriosiva, ma senza essere ancora riuscito a comprenderne i meccanismi.
    - Dai, siediti. -
    Improvvisamente si era girato e aveva picchiettato la mano vicino a lui, quindi aveva afferrato il suo cappotto e strattonandolo verso il basso.
    Nero cedette con uno sbuffo e prese posto accanto al professore.
    Osservò il viso della donna bionda che sorrideva pacatamente all'obiettivo della macchina fotografica. Quindi lanciò un'occhiata al viso concentratissimo di Dante.
    I lineamenti erano completamente diversi.
    Eppure non poteva non ammettere che in fondo assomigliava a sua madre.
    Anche se non riusciva a capire in che cosa...
    Dante posò il vaso davanti alle tombe.
    - Questa volta sono riuscito a metterli bene. - avvolse un braccio attorno al collo di Nero e lo attirò verso di sè.
    - Ehi! -
    - Ragazzino, non si grida nei cimiteri. -
    Arrossì e mise il broncio.
    - Comunque... mamma, Vergil, lui è il mio... ragazzo...? Fidanzato...? - assunse un'aria perplessa - Oh bè, ci sono andato a letto due volte. -
    Nero si agitò sotto la sua presa, senza riuscire a divincolarsi.
    - Purtroppo mamma non ti darò nipotini a meno che non trovino un modo per ingravidarsi tra uomini. -
    L'adozione sarebbe stato un buon metodo.
    Ma Nero non riuscì a compiere alcuna frase che avesse alcun senso in quel contesto.
    Soprattutto perchè la frase di Dante lo aveva colpito.
    Non le avrebbe dato nipotini, allora... la cosa era seria no?
    - Cercherò di portare le sue prestazioni alla mia altezza. -
    Bastò quella frase per rompere l'atmosfera.

    Dante si massaggiò la guancia leggermente arrossata.
    - Perchè lo hai fatto? -
    - Perchè sei uno stupido. -
    Nero borbottò attraverso la sciarpa che gli copriva il viso mentre guardava le lapidi dei suoi genitori.
    In un breve silenzio non riuscì a pensare a qualcosa.
    Qualcosa da dire o da fare.
    Fu il professore a precederlo.
    - Buongiorno, sono il professore/amante di vostro figlio. Spero che non abbiate problemi riguardo l'età. - snocciolò con scioltezza.
    - Non penso che sia l'età il problema principale. -
    Le mani di Dante frugarono nelle tasche del cappotto -sempre aperto- per tirarne fuori accendino e una sola sigaretta.
    Quando respirò dopo averla accesa l'aria si impregnò di un forte profumo di fragola. Nero starnutì.
    - Come te la sei fatta quella cicatrice? -
    Il ragazzo si strinse nelle spalle.
    - Nell'incidente. -
    Non un incidente.
    Ma l'incidente.
    Articolo determinativo.
    E si sarebbe dovuto capire tutto.
    - Quale? -
    Ma a Dante non bastava.
    - Quando... sono morti... -
    - Chi? -
    Ad ogni domanda Nero sentiva il proprio stomaco gorgogliare in modo nauseabondo.
    - I miei genitori. -
    Passò una mano tra i capelli.
    - Condizioni atmosferiche pessime? -
    Prima che avesse potuto rispondere, Dante avvolse Nero in un abbraccio.
    - No... io volevo solo tornare a casa in fretta. Sai, era il primo Halloween che saremmo andati in giro... -
    Si ritrovò semplicemente a scrollare le spalle mentre sentiva pizzicare una guancia.
    - Non fare discorsi melodrammatici. - lo avvertì Dante.

    Rimasero assieme.
    A lungo.
    Molto a lungo.
    La loro relazione era strana e Nero non avrebbe nemmeno saputo dire se di relazione si trattava.
    Ma non se ne interessò.
    Dante era un insopportabile idiota, eppure Nero continuava a restare con lui.
    Un giorno arrivò davanti casa sua alle cinque del mattino e ad aprire fu una Kyrie con gli occhi gonfi di sonno.
    Solo nel pomeriggio Nero venne a sapere che aveva fatto outing con la ragazza a proposito del loro rapporto.
    La prima volta che gli capitò davanti lo sgridò e lo insultò. Dopo cinque minuti di strepiti si era ritrovato nudo tra le sue braccia.
    Nonostante sembrasse che Dante risolvesse ogni problema con il sesso, Nero si ricredette ben presto.
    Litigarono un giorno. Furiosamente e violentemente, per un motivo stupido, ma che l'alcool aveva ingigantito.
    Mancò poco che non finirono alle mani e Nero si spaventò.
    Passò una notte insonne e lui e Dante non si parlarono quasi per una settimana, nonostante il loro rapporto studente/professore fosse rimasto intatto.
    La mattina del suo giorno libero saltò scuola e lo andò a trovare.
    Lo guardò fisso negli occhi senza scomporre la sua espressione apparentemente tranquilla: il suo cuore batteva forte e la sua mente elaborava complicate frasi atte a comporre un discorso.
    Alla fine disse una sola parola.
    Scusa.
    Dante lo abbracciò e ripetè ciò che aveva appena detto.
    Non fecero sesso per quel giorno, ma si divertirono cercando di fare le scemenze dei fidanzatini.
    Passò molto tempo.
    Kyrie era sempre più curiosa nel conoscere i "particolari" del rapporto tra lui e Dante. Nero un giorno trovò scritta tra i suoi appunti una parola che risuonò inquietante nella sua mente: yaoi. Gli parve ancora più inquietante quando saltò fuori da un discorso bisbigliato tra la professoressa Trish, la farmacista dei preservativi con le fragoline -Mary detta Lady, che di una lady aveva solo la corporatura- e Dante.
    Quando chiese spiegazioni ricevette solo una mano che gli sfregava la testa e tre sorrisi poco rassicuranti.
    Ma alla fine si abituò ad assistere a quegli strani discorsi -di cui non capiva nulla- mentre provava ogni giorno un cocktail o un dolce diverso presente sulla carta del bar.
    Tutto ciò accadde in fretta.
    E senza che se ne accorgesse, Nero si ritrovò nel cortile della scuola con in mano il diploma.
    Gli schiamazzi allegri degli studenti del suo anno accompagnarono la sua lenta uscita, tra un saluto e una chiacchiera.
    Strinse il pezzo di carta tra le mani e posò i piedi sul marciapiede.
    Si girò verso la scuola. Una strana sensazione gli oppresse lo stomaco.
    Aveva appena superato il confine tra l'adolescenza e il mondo degli adulti.
    Osservò i professori e un leggero senso di nostalgia lo colse.
    Improvvisamente due braccia gli avvolsero la vita e delle labbra gli stamparono un bacio sulla guancia destra.
    - Auguri! Si dice così, no? -
    Il cuore di Nero gli balzò in gola e si agitò.
    - Ma... ma cosa... professore!!! -
    Qualche studente si era girato verso di loro, il monocolo del professor Agnus minacciò di cadere.
    - Ufficialmente non sono più il tuo professore... - gli fece notare - ...quindi possiamo fare outing con il mondo intero! -
    E mentre Nero si agitava in spalla ad un Dante dall'espressione allegra, qualche studentessa che aveva intenzione di intraprendere la carriera medica cercò di aiutare il professor Agnus, improvvisamente svenuto in mezzo alla folla.

    EXTRA
    - Librarian Seduction -

    Nero si coprì la bocca con entrambe le mani.
    Il tavolo di legno traballò leggermente.
    Era duro e scomodo. Nella sua schiena si stavano diramando dei dolorini non indifferenti.
    Improvvisamente allungò le braccia e le posò sul petto del professore per allontanarlo.
    Non erano solo studente e professore a scuola?
    Gemette e stavolta fu Dante a tapparsi la bocca.
    - Ssssh... guarda che ci scoprono. - mormorò mentre si spingeva in avanti con il bacino.
    Nero lo fulminò con lo sguardo e si contorse sentendo i movimenti dentro di lui intensificarsi.
    Se qualcuno avesse percorso l'intera biblioteca avrebbe trovato loro due imboscati dietro all'ultimo scaffale polveroso.
    Avrebbe visto i pantaloni del professore leggermente calati, attraverso i quali si potevano scorgere i suoi glutei sodi, e avrebbe visto Nero con le gambe nude e aperte.
    Le voci di qualche cinguettante ragazzina costrinsero Dante a rallentare con uno sbuffo.
    Nero strinse gli occhi e si lamentò contro il palmo caldo.
    - Vuoi che ci scoprano...? - il professore tese le orecchie - Sono abbastanza vicine. -
    Un brivido percorse la spina dorsale del ragazzo e il suo seme macchiò il preservativo che gli era stato imposto contro la sua volontà. Per evitare di lasciare tracce del "dolce crimine".
    Dante sembrò divertito.
    - Ti eccita il pensare di essere scoperto? -
    Quando le voci furono sparite i movimenti ripresero vigorosamente.
    E il tavolino iniziò a cigolare.
    - Scommettiamo che riesco a farti venire altre due volte prima che venga io? -
    Nero riuscì a mordergli un dito e quella fu la prima volta che fece gemere abbastanza forte Dante.
     
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  2. Lupa bianca
     
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