USA NAVY VS ROYAL NAVY

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    Titolo:USA NAVY VS ROYAL NAVY
    Personaggi/Pairings: USAxUK
    Rating:Rosso
    Avvertimenti:Yaoi
    Note:Non l'ho scritta io, ma la mia migliore amica Kiya, di cui però sono "l'addetta all'ufficio stampa", quindi pubblico io (inoltre ho fatto da beta, quindi mi avvalgo di qualche diritto da "zia" XD)

    USA NAVY VS ROYAL NAVY

    Lo Zio Sam, direttamente dalle sartorie della U.S.A. Navy, gli aveva mandato la nuova divisa per partecipare alle varie cerimonie di stato. Era l’unica cosa elegante che Alfred era mai stato capace di mettersi addosso. Si guardò allo specchio: quel cappello stava veramente bene con i suoi capelli,i pantaloni erano un po’ attillati ma la giacca era fantastica! Metteva in risalto il suo fisico da eroe con tutte quelle medaglie al petto e i gradi a sottolineargli le spalle; pensò “I’m too sexy hero!”.
    Però il suo ego non era ancora appagato; doveva mostrarsi a qualcuno in tutto il suo splendore, così gli venne un’ idea malsana: qualcuno che conosceva una volta gli aveva detto: -Perché non provi qualche volta a vestirti come un adulto?-
    E così partì alla volta di quella casa sulla scogliera oltreoceano.
    Arrivato suonò il campanello, aprì una donna dai capelli rossi -Ciao! Dov’è Iggy?-
    La donna un po’ contrariata rispose -Mi perdoni Sir, non ho idea di chi lei stia cercando...-
    Non avendo idea di chi fosse questo Sir chiese -Ma questa non è la casa di Inghilterra?- Alla donna si illuminarono gli occhi: -Oh Yes Sir! Ma in questo momento Lord Kirkland si è recato sulla spiaggia dopo la scogliera, può raggiungerlo se vuole!-
    -Ok! Grazie.- disse andandosene via e salutando con un occhiolino. La cameriera era sconvolta.
    In effetti sì, Arthur non c’era perché data la bella giornata aveva messo il suo vecchio vestito e deciso di far prendere un po’ d’aria alla vecchia Mary Rose, portando con sé l’unicorno e le sue amiche fate. In quel momento gli stava leggendo un pezzo della gloriosa storia della Royal Navy.
    Alfred raggiunse la spiaggia sotto la scogliera e la vide, la Mary Rose: un gigantesco veliero con una Union Jack e una bandiera pirata che sventolavano sull’albero maestro. E sulla ringhiera lavorata della poppa c’era quello che aveva tutta l’aria di essere un pirata che leggeva un libro a voce alta. Riconobbe subito la storia : -...E l’Invincible Armada affondò insieme al suo capitano...-
    E fu sicuro che chi la stava raccontando era proprio Arthur “ Ma perché si è vestito così? Non è mica carnevale!” pensò salendo per le scale che portavano alla nave. “Però quel cappello con tante piume non è male...”
    Arthur era ancora intento a leggere il libro quando tutte le fatine, improvvisamente, sparirono e sentì una voce dietro di se -Mani in Alto pirata!- avrebbe riconosciuto quella voce anche se fosse stato sordo! -You Bastard America! Che cazzo ci fai qui?-
    Si voltò rapidamente e lo vide e pensò che si trattasse di un colpo di sole: era tutto ripulito, nessun segno di Hamburger e in divisa elegante, da marinaio per giunta.
    -Bhè visto che te ne stavi qui tutto solo e io sono vestito da ufficiale e tu da pirata, ho pensato che potevamo fare un bel gioco- disse Alfred con un tono canzonatorio che di solito non gli apparteneva.
    Ad Arthur si dipinse in faccia un ghigno malefico con un lampo ad attraversare i suoi occhi verdi assottigliati -Prendi le spade dietro di te e visto che ti sei vestito da uomo, combatti!-
    Alfred non se lo fece ripetere due volte e prese una spada tra quelle situate vicino all’albero.
    Vide Arthur togliersi il cappello e la lunga giacca, rimanendo con una vecchia camicia bianca con il colletto tagliato e i pantaloni dentro gli stivali. Fece lo stesso, rimanendo in camicia e cravatta.
    -Bravo, tutti quei gradi non ti serviranno- disse l’Inghilterra sguainando la spada.
    Alfred allora con uno scatto andò a superare l’albero e ad incrociare la sua spada con quella del pirata; non che avesse mai duellato ma aveva visto tanti film...
    E poi di nuovo un lampo negli occhi verdi dell’altro che incrociò le due spade e tirò via quella di America facendola cadere a terra. Poi un altro scatto ed Alfred si ritrovò attaccato con la schiena all’albero, la lama di una spada a tagliargli leggermente il colletto della camicia ed Arthur che lo fissava negli occhi a pochi centimetri da lui.
    -Hai perso! Dimentichi che a differenza di te, io sono stato veramente un Corsaro!– disse fieramente ma si sentiva disarmato dall’espressione mista tra paura e ammirazione che leggeva negli occhi di Alfred; erano passati secoli dall’ultima volta che erano stati così vicini.
    -Questo vuol dire soltanto che sei un vecchiaccio!!!- disse America ferito nel proprio orgoglio da eroe. A quel punto Arthur, in preda ad uno dei suoi soliti attacchi isterici, disse -Io T’ammazzo veramente stavolta!!!- premendo di più la spada contro il colletto della camicia e facendo un piccolo taglio sulla pelle di Alfred.
    -Ajiaaaaaaaaaaaaaaaaa!!! Ma sei impazzito?- gridò Alfred; Arthur si accorse del taglio e si allontanò subito, abbandonando la spada.
    -Non urlare bambinone, è solo un taglietto! Sai quanti ne hanno fatti a me proprio su questa nave?-
    America scosse la testa, piagnucolando.
    -Va bene dai, vieni in coperta che ti medico-
    Alfred lo seguì; arrivarono in una cabina: c’era un letto, un tavolo con una bottiglia di rum sopra ed un piccolo armadio. -Siediti e slacciati quel colletto, prendo i cerotti-
    -Arthur perché non mi hai mai insegnato a duellare?-
    Inghilterra si bloccò: il suo nome pronunciato in quel modo e America che ammetteva finalmente che era stato lui ad insegnargli la maggior parte delle cose; non sapeva come rispondere allora disse la verità – Perché tu a quell’epoca volevi diventare un “cow boy” e ti ho insegnato a sparare: già quello era stato il suo più grande errore.
    Alfred rimase in silenzio, come a pensare a ciò che gli era appena stato detto e l’altro gli si sedette accanto appoggiando un cerotto alla base del suo collo e avvicinandosi per vedere meglio il taglio. Sentì lo sguardo di Arthur sul suo corpo e l’odore di rum e acqua marina di quella vecchia camicia gli attraversò le narici fino a confondergli i pensieri.
    Quando Inghilterra si scostò un poco chiedendogli se faceva male lui quasi sussurrò guardandolo negli occhi -Arthur perché non mi ha mai insegnato a fare l’amore?-
    Inghilterra a quella frase cambiò molti colori dal rosso, al viola prima di rispondere, sconvolto -Bloody Hell! Ma che vai dicendo, ti sei per caso drogato stamattina?-
    -Bhè Francia a Matthew glielo ha insegnato- rispose tranquillo e malizioso Alfred.
    Arthur allora fece una faccia come per dire “Sapevo che doveva esserci di mezzo quel vinofilo pervertito” e si girò dall’altra parte, ancora seduto sul letto con le braccia conserte -Mi dispiace per Canada ma io non sono un pedofilo e poi scusami se ho pensato che era giusto che imparassi da solo, infondo come nascono i bambini te lo ho spiegato secoli fa e se ora tu hai problemi con quelle puttanelle che ti scopi non è affar mio.-
    Alfred pensò che Iggy era un po’ tardo a comprendere, così tentò di farsi capire “meglio”.
    Strinse le braccia intorno alle spalle di Arthur e andò ad annusargli il collo scendendo fino alla base.
    Un brivido attraversò il corpo dell’altro -Che stai facendo?- disse a bassa voce.
    -Arthur io ho una precisa idea di quello che voglio farti ma non ho mai fatto niente con nessuna puttanella quindi...- Alfred non fece in tempo a finire la frase che Arthur si girò guardandolo negli occhi, poi sorrise dolcemente e lo baciò sulle labbra -Come inizio stavi andando bene. - e abbracciandolo gli sussurrò nell’orecchio -Puoi farmi tutto quello che vuoi...capitano...-
    A quelle parole Alfred sentì il fuoco bruciargli dentro e buttò Arthur sopra il letto baciandolo con passione. Si sdraiò sopra di lui cominciando a far scendere le mani sui pantaloni dell’altro.
    -Piano...Piano, quanta fretta!- disse Arthur accarezzandogli i capelli.
    -scusami- ripose l’americano avvicinandosi alla bocca dell’inglese -Ti avevo detto che dovevi insegnarmi; cosa devo fare?-
    Un altro bacio si posò sulle labbra del ragazzo più giovane -Spogliami Alfred!-
    Fece subito quello che gli era stato chiesto, mise le mani sulla vita dell’inglese e gli fece alzare le braccia per sfilargli la camicia.
    -Lasciale incrociate sul cuscino.- gli disse -Yes Master!- fu la risposta.
    America scese a baciargli i collo e poi il petto fino all’ombelico strappando forti gemiti alle labbra di Arthur. Poi si alzò sopra di lui, cominciando a spogliarsi. Inghilterra ammirò lo spettacolo di tutti i bottoni che venivano slacciati e alzò le mani solo per far scivolare via la camicia dalle spalle e accarezzare il petto dell’amante.
    Si scambiarono un altro lungo bacio facendo aderire i loro corpi, Inghilterra intrecciò le sue gambe con quelle dell’altro facendo venire a contatto le loro erezioni e l’altro gemette rosso in volto.
    Si liberarono in fretta dei pantaloni e della biancheria; ed Arthur tirò di nuovo sopra di se Alfred per la medaglietta che aveva appesa al collo, guardandolo con gli occhi pieni di desiderio, ma l’altro si sollevò con le braccia a pochi centimetri da lui -Che cosa c’è?-
    -Arthur tu hai capito che io...mai...ecco io non...-
    -Si lo avevo capito.Non ti piace?- chiese preoccupato.
    -No, no, mi piace, tu sei bellissimo ed è tutto perfetto ma ...- -Ma?- lo guardava fisso negli occhi cercando una risposta, l’altro affondò il suo viso nell’incavo della sua spalla -Ho paura di farti male...-
    Arthur lo strinse a se chiudendo gli occhi -Come mi hai fatto notare prima io sono un “vecchiaccio” non un ragazzino alle prime armi quale sei tu- disse sornione.
    A quelle parole l’altro fece uno sguardo un po’ sorpreso e stava per dire qualcosa ma un dito gli chiuse le labbra -Scopami o ti uccido!-
    Alfred mise le mani sotto la schiena di Arthur sollevandola un po’ contro di se, l’inglese aprì le gambe sotto di lui.
    -Oh God!- gemette mentre l’americano entrava dentro di lui, socchiudendo le palpebre e aprendo leggermente le labbra gonfie -Arthur you are so hot- disse l’altro spingendosi dentro e ansimando.
    Le spinte diventarono sempre più veloci, rallentate solo dai baci, e i gemiti si confusero l’uno con l’altro sino a quando Alfred non venne dentro il corpo di Arthur che lo segui poco dopo.
    Si abbracciarono ascoltando per un po’ le onde del mare.
    -Arthur...- -Cosa altro vuoi che ti insegni, ora?- rispose l’inglese un po’ assonnato -No, mi chiedevo solo quanti oltre a me...- ma fu interrotto -Shhh...Alfred dormi!- disse abbassandogli la testa sul suo petto e carezzandogli la fronte. Era meglio tenerlo all’oscuro degli accordi per Suez , Gibilterra e per il mare del Nord.
     
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  2. Lupa bianca
     
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    Stupenda **
    Molto bella *_*
     
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  3. »C.C.˜
     
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    Questa è ispirata da Hetalia,suppongo xD Arthur è quello d'Inghilterra,se non sbaglio..o d'America?Ma era qualcosa che c'entrava con l'inglese u.u
     
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    Grazie mille gemy <3
     
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3 replies since 17/8/2010, 21:48   45 views
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